Questa frase, cantata da Morgan ai tempi dei Bluvertigo, mi ha sempre indirizzato verso le persone "folli", quelle persone che nella vita sanno osare in termine creativo. Saper uscire fuori dagli schemi.
I Bluvertigo stessi mi avevano mandato "fuori dai binari", in quello che per altri coetanei era un 1999 ricco di musica commerciale e mainstream.
Li avevo scoperti durante il programma "Serenate", condotto da Andrea Pezzi -e con la partecipazione dei Cavalli Marci, altri geniacci che riuscivano a strapparmi grosse risate-. Ricordo ancora l'ossessione per quella canzone e quante volte avevo mandato indietro il nastro della videocassetta per riascoltarla, o di come in allenamento a basket la cantavo assieme ad un mio compagno di squadra...durante l'ennesimo giro di campo a causa di una sconfitta il weekend precedente. Ma imperterriti io e lui siamo andati avanti.
Non voglio parlare di uno dei miei gruppi preferiti da sempre o della pallacanestro in se (di quest'ultima forse a fine Agosto/Inizio Settembre [Spoiler, anche se non si svolgono a Rio ma in Cina] ). Quanto l'attenzione, nel corso degli anni e con l'arrivo di internet, di cercare video a mio dire surreali. Quelli che ti lasciano il più delle volte senza parole o ti fanno dire "Perché?" a seconda dei casi.
Ricordo ancora quando ero iscritto a facebook prima di cancellarmi, tra post carichi d'odio e foto che elemosinavano like in bacheca, postavo cose che non stavano ne in cielo ne in terra. Per portare un po' di colore in un social che già anni fa iniziava ad essere una giungla di leoni da tastiera, non so come ma ho iniziato a fare ciò per cui sono noto tra gli amici al bar. Un piccolo esempio?
Sono sempre stato una persona curiosa, fin da bambino.
Abitudine che non ho mai perso da allora, quando vado a trovare mia nonna, è sfogliare le riviste d'enigmistica e leggere gli articoletti "Strano ma vero". Più o meno come Bruno, il taxista del film Il mio migliore amico, qua recensito.
Mi ricordo una delle prime notizie che mi aveva catturato: Parlavano di oggetti volanti non identificati nei dipinti del passato. Per uno che crede negli alieni e in Altre forme di vita (perdonatemi, ma visto il titolo del post la citazione era obbligatoria), è stato subito amore a prima vista.
In un primo momento volevo fare di questa mia caratteristica una pseudo "rubrica", parafrasando lo spot di una nota bevanda: "contro il logorio dei lunghi post" che tendo a scrivere per la gioia di molti. Ma mi sembrava una cosa azzardata in stile diari scolastici, quando lo passavi ai compagni e compagne e trovavi spesso aforismi o cose nosense e fuori luogo una volta ricevuto. Per quanto mi conosco, sono certo che riuscirò a trovare l'aggancio giusto per collegare determinati video ad altrettanti post futuri, se mi capiterà l'occasione.
Ma cosa esattamente mi affascina? Come mai tutto questo riesce ad attirarmi come miele per gli orsi?
Non sono mai stato una persona che tende a seguire la massa. Abitando in un piccolo paesino di provincia poi è facile vedere alcuni comportamenti o gusti se vogliamo stereotipati per sentirsi "diverso", da quel luogo comune che ci ha dato i natali. Ma che alla fine, allargando l'obbiettivo, tanto diversi non sono.
A rendere il tutto così surreale, per me, è stato quel ragazzo che cito sempre e che abita di fronte casa mia: Quando avevo 13 anni, circa (forse anche 12), lui -classe 1981-, aveva i capelli cotonati come Robert Smith (Il cantante dei Cure, li adorava). Non solo, stesso abbigliamento...pure truccato uguale. Ora nel 2019 sembra una banalità me ne rendo conto, soprattutto con tutti i vari youtuber maschi che parlano di make up. Ma in quel periodo avevo capito grazie lui quanto è fondamentale essere se stessi e non seguire la massa. A costo di ricevere battutine o critiche.
La stessa pallacanestro è stato un uscire fuori dai binari, in quanto abito in un paesino che vive per il calcio. E se parliamo di basket e uscire fuori dagli schemi...questo video è d'obbligo (inutile dire che stravedevo e stravedo tutt'ora per le sue giocate, anche se da tempo si è ritirato):
Ricordo ancora quante volte ai campetti o in allenamento la frase "Hai visto che ha fatto Jason Williams la scorsa notte?", seguita dal difficile tentativo di riproporre il passaggio di gomito o altre sue varianti.
La cosa migliore, nell'insieme, è riuscire a coinvolgere chi ho attorno. Non quanto per egocentrismo e avere le luci della ribalta tutte per me. Non sono il tipo, tranquillo e riservato come sono.
Ma per riuscire a far scoprire qualcosa di nuovo a chi ha bisogno di nuovi stimoli. Ricordo ancora quando avevo scoperto gli Airtist, gruppo turco se non erro, composto da Didgeridoo, scacciapensieri e il terzo che fa beatbox: In un primo momento un mio amico se ne usciva con "Ho paura di cosa mi farai ascoltare", seguito successivamente dallo stupore di tre suoni, tre strumenti assemblati tra loro e dal risultato finale.
Citando Caparezza, in quella che sicuramente è una delle canzoni che riesce maggiormente a descrivermi dall'inizio alla fine del testo: "Mi piace sapermi diverso. Piacere perverso che riverso in versi su fogli sparsi, nei capoversi dei giorni persi nei miei rimorsi".
Non c'e cosa migliore al mondo di avere una mentalità aperta e dare libero sfogo alla curiosità. Anche quando si sta davanti alla home page di un motore di ricerca.
P.S. Visto che fa caldo, "Rinfreschiamoci" con questi video: