Sono le 8.30 del mattino.
Il sole risplende sulla casa di fronte camera mia, rendendo così quel classico giallo ocra (credo, non ho ancora fatto colazione quindi non ho ancora connesso il cervello) ancora più luminoso. Il cielo è sereno, neanche una nuvola in cielo e per una volta sono a casa -evitando, cortesemente, commenti e paragoni lavorativi. Non è una gara di virilità col righello in mano per vedere chi sta messo meglio o peggio: Il lavoro perfetto non esiste per nessuno e, come si dice in friulano "Ognun al bale cun so agne"-
(un po' d'ironia in marilenghe ci sta!)
Eppure sento che manca qualcosa. Vedo sul telefono la data del 25 Dicembre. Whatsapp da un paio d'anni entra nel vortice del "Anche a te e famiglia" già dalle prime ore del mattino. Bel dramma, per uno che vuole aggiornare la squadra di Dunkest (Fantabasket).
"It's fuckin' Christmas time again", mi ricorda cantando il comico dei Monty Python Eric Idle. Ma il Natale, quello vero, non lo sento da anni.
Per una volta cerco di riassaporare quello spirito di unità e sorrisi che, almeno per me è andato via via a perdersi nel tempo.
Innanzitutto associo il Natale alla famiglia e ai momenti passati insieme. Con mio nonno qua in Friuli quando era ancora vivo e con zii e cugini a ovest, in provincia di Torino. Ma andiamo per ordine cronologico.
Il primo ricordo di questa festività è legato ad una sera buia, in sala da pranzo/salotto. Illuminata solo dal caminetto e qualche candela. Ero seduto sulle gambe di mia madre che aprivo quello che era penso il mio primo regalo da "cosciente", forse avevo quattro o cinue anni. Era un camioncino dei pompieri della lego, che dopo averlo montato ha avuto vita breve (provando penso per la prima volta il senso di colpa, ipotizzo).
C'era collaborazione. Anche negli addobbi. Ora sono una persona minimalista, meno cose ci sono a casa meglio è: Il vuoto da libero sfogo all'immaginazione, mentre il tanto crea confusione.
Ma mi piaceva fare il presepe. Non tanto per ricreare la scena nota a tutti (anche se come tutti i bambini ero inizialmente nel team "Cacca al diavolo, fiori a Gesù". Poi crescendo i punti di vista su quella che è definita religione e chi li rappresenta sono cambiati), quanto per andare sul monticello del paese assieme a mio nonno a recuperare il muschio. Quello vero, fresco! Dall'interno dei mattoni forati presenti in un vecchio muro. Portavamo a casa sempre due borse di plastica della spesa belle piene. Una per noi e una per lui e la nonna.
Passare per stradine secondarie, nascoste. Agli occhi di un bambino un folto bosco sembrava una foresta ricca di misteri e scoperte. Sicuramente l'entusiasmo me l'aveva donato il "topolino" con quelle che erano le storie a bivio. Il tutto ritornando a casa e montare pezzo per pezzo, personaggio dopo personaggio questo addobbo natalizio. Giocando col pescatore e il pastore, forse già avevo capito che bisogna fidarsi degli animali e chi da loro attenzione. Vedere le lucine che davano vita alle case, soprattutto quella azzurra che riusciva a stregarmi ogni volta. Sopratutto per la complicità della carta stagnola che riusciva a ricreare l'effetto acqua.
Trovavo questa cosa ironica: Per anni ero io ero quello che giocava con i pupazzetti (spesso lego) e una volta l'anno gli adulti facevano altrettanto con le statuine! Ovviamente, col tempo, i miei amici di quella che ora è chiamata "Lego City" andavano a fare visita ai vari personaggi. Non come i Magi con oro incenso e mirra, ma risolvere misteri degni della "Mystery Inc." di Scooby Doo.
Da amante della pulizia, ho sempre odiato l'albero. I primi tempi ricordo l'albero vero con gli aghi di pino che cadevano. Mi urtava l'idea di vedere tutto quel disordine per terra. Il sodalizio, però, c'e stato per qualche anno complice l'arrivo dell'albero finto e del libro "Cosa fare quando piove", con i personaggi del "Fantastico mondo di Richard Scarry". C'erano dei disegni natalizi da disegnare e ritagliare per addobbare l'albero.
Cosa preferivo però erano quegli adesivi trasparenti da attaccare sulle finestre. Reduce dai vari album delle figurine di quel periodo ero rimasto sorpreso di come un foglio trasparente, se attaccato su un vetro, è visibile da entrambe le parti! Pura stregoneria, agli occhi di un bambinetto!
Cosa preferivo però erano quegli adesivi trasparenti da attaccare sulle finestre. Reduce dai vari album delle figurine di quel periodo ero rimasto sorpreso di come un foglio trasparente, se attaccato su un vetro, è visibile da entrambe le parti! Pura stregoneria, agli occhi di un bambinetto!
La neve!
Cos'è 'sto cielo sereno? I momenti più belli li ho passati quando il mio "anonimo" paese era interamente innevato e mio nonno mi portava in giro sulla slitta! Il mio enorme amico a quattro zampe, Cin-Cin, ricordava Chewbecca, visto il suo folto manto di pelo e la sua stazza (sempre dal punto di vista di un bambino).
Ricordo per esempio di un pupazzo di neve fatto in giardino e tutt'ora solo al pensiero resto spiazzato dalla grandezza (dal punto di vista di un 35enne), pari a quella di mia madre che, nel corso degli anni è rimasta alta uguale.
Insomma: complessivamente una meravigliosa cartolina di natale ricca di purezza e la bontà presente in tutti i bambini nei primi anni di vita.
Udine-Torino :
Non avendo fratelli o sorelle posso dire di aver trovato quello spirito di camerata in quelle che erano le "Vacanze invernali", il momento più bello e tanto atteso per uno studente.
Senza nulla togliere ai cugini arrivati dopo verso la fine dei '90, ma in qualche modo visto quanto eravamo e siamo tutt'ora numerosi con l'arrivo di nuovi nipotini, mi viene in mente il paragone con la famiglia McCallister di "Mamma ho perso l'aereo". Che prima della basket mania era presente nella tv di un mio cugino.
Già, prima della "basket mania", perché se ho questa malattia lo devo ai due cugini più grandi che mi portarono d'estate e ogni tanto anche d'inverno al campetto a fare due tiri. Il tempo passava e da bambinetti casinisti siamo passati alla fede Jordaniana. Ricordo, dei tanti episodi, le partite col canestro in camera di uno o dell'altro. Seguite dai regali di dicembre del 1997: Una mia zia ci regalò una videocassetta a testa su tre giocatori: Uno si beccò Shaquille O'Neal, l'altro Michael Jordan e io Grant Hill. Adoravo quella videocassetta e adoravo questo giocatore.
L'altro episodio era il primo All Star Game visto in vita mia, quello del 1996 e una pubblicità (questa) che mi disturbava visto il mio problema con le altezze.
Ovviamente poi i pranzi tutti insieme, le diapositive e alcuni miei momenti d'ilarità con battute che ero solito fare. In quel periodo sembravo uscito da una stand up comedy. Non stavo mai zitto e ogni occasione era buona per fare ironia. Sicuramente era l'armatura costruita per non mostrare determinate insicurezze.
Insomma, un clima di festa ricca di sorrisi. Almeno da quello che poteva percepire un teenager con l'armatura da comico. Citando "I still love you" dei Bluvertigo
"Ho studiato come tutti, perché mi avevano costretto
non ne capivo la ragione
ma ora ti ringrazio, ovunque tu sia.
Qualche volta i miei minuscoli problemi
possono essere state misere cazzate
ma per me erano gravi, ed ora è bello riderne".
Buffo come questa canzone e quest'album sono usciti nel 1995 e come descrive effettivamente quello che era la mia entrata nell'età più complessa, ovvero essere un adolescente.
Mi riporta all'anno successivo: Soprattutto il Natale del 1996, quando mia madre mi regalò il libro "Il diario segreto di Adrian Mole". Mai regalo fu più azzeccato per un dodicenne atipico con il cervello fuori di sede. A leggere le avventure del protagonista mi son sentito meno solo, ricordo ancora come in classe molti erano incuriositi nel vedermi leggere avidamente durante le lezioni chiedendomi poi se potevo prestarlo una volta finito.
Ora, ripensando a questi e a molti altri ricordi passati legati al natale, mi rendo conto che manca la complicità, il senso di famiglia (Pazienza per la neve). La sensazione del Natale. Almeno per me. Negli anni '90 si respirava l'aria degli anni '90, è strano a definire questa frase. Fatto di alti e bassi ma le emozioni erano comunque vere, non di plastica o ancor peggio di social.
Tutto così materialista. "Solo cose. Non voglio cose", citando Alexander Supertramp.
Anni fa avevo scoperto un gruppo sparito poi dalla circolazione, si chiamava "SpazioBianco". Avevano fatto una canzone intitolata "Natale di Merda". Che in teoria doveva essere il titolo in chiave ironico del post, ma anche il british humor di Eric Idle rende molto l'idea.
La strofa finale recita così*, Ed è quello che "voglio" io, per questo natale. Riscoprire il valore della famiglia sparito ormai da anni. Fare una passeggiata con un amico a quattro zampe, a prescindere se in riva al Tagliamento o su un monticello.
Non rivivere ricordi passati alimentando in me una vana speranza. Ma farne di nuovi usando tutto ciò che ho descritto come base solida per felici momenti futuri.
*"Sta arrivando un altro natale di merda
televisione coi programmi di merda
e non mi frega un cazzo
dei messaggi coi cuori
Se c'e neve qua fuori
sciarpa quanti e cappello.
no, io non sono quello
Tombola sette e mezzo
Forse sembrerò pazzo
ma piuttosto m'ammazzo.
Io voglio solo mia madre
voglio solo mio padre
E voglio solo il mio cane
Senza cori e campane."
Quindi buone feste a tutti voi, iscritti e non. Passatelo bene con i vostri cari e prendete sempre la vita con ironia! A sbuffare si alza solo polvere e siamo esseri umani, non swiffer! E se lo fate...vi prego: almeno non nei commenti qua sotto, oggi è festa e di certo non mi metto a fare pulizie 😂
...
Udine-Torino :
Non avendo fratelli o sorelle posso dire di aver trovato quello spirito di camerata in quelle che erano le "Vacanze invernali", il momento più bello e tanto atteso per uno studente.
Senza nulla togliere ai cugini arrivati dopo verso la fine dei '90, ma in qualche modo visto quanto eravamo e siamo tutt'ora numerosi con l'arrivo di nuovi nipotini, mi viene in mente il paragone con la famiglia McCallister di "Mamma ho perso l'aereo". Che prima della basket mania era presente nella tv di un mio cugino.
Già, prima della "basket mania", perché se ho questa malattia lo devo ai due cugini più grandi che mi portarono d'estate e ogni tanto anche d'inverno al campetto a fare due tiri. Il tempo passava e da bambinetti casinisti siamo passati alla fede Jordaniana. Ricordo, dei tanti episodi, le partite col canestro in camera di uno o dell'altro. Seguite dai regali di dicembre del 1997: Una mia zia ci regalò una videocassetta a testa su tre giocatori: Uno si beccò Shaquille O'Neal, l'altro Michael Jordan e io Grant Hill. Adoravo quella videocassetta e adoravo questo giocatore.
L'altro episodio era il primo All Star Game visto in vita mia, quello del 1996 e una pubblicità (questa) che mi disturbava visto il mio problema con le altezze.
Ovviamente poi i pranzi tutti insieme, le diapositive e alcuni miei momenti d'ilarità con battute che ero solito fare. In quel periodo sembravo uscito da una stand up comedy. Non stavo mai zitto e ogni occasione era buona per fare ironia. Sicuramente era l'armatura costruita per non mostrare determinate insicurezze.
Insomma, un clima di festa ricca di sorrisi. Almeno da quello che poteva percepire un teenager con l'armatura da comico. Citando "I still love you" dei Bluvertigo
"Ho studiato come tutti, perché mi avevano costretto
non ne capivo la ragione
ma ora ti ringrazio, ovunque tu sia.
Qualche volta i miei minuscoli problemi
possono essere state misere cazzate
ma per me erano gravi, ed ora è bello riderne".
Buffo come questa canzone e quest'album sono usciti nel 1995 e come descrive effettivamente quello che era la mia entrata nell'età più complessa, ovvero essere un adolescente.
Mi riporta all'anno successivo: Soprattutto il Natale del 1996, quando mia madre mi regalò il libro "Il diario segreto di Adrian Mole". Mai regalo fu più azzeccato per un dodicenne atipico con il cervello fuori di sede. A leggere le avventure del protagonista mi son sentito meno solo, ricordo ancora come in classe molti erano incuriositi nel vedermi leggere avidamente durante le lezioni chiedendomi poi se potevo prestarlo una volta finito.
Ora, ripensando a questi e a molti altri ricordi passati legati al natale, mi rendo conto che manca la complicità, il senso di famiglia (Pazienza per la neve). La sensazione del Natale. Almeno per me. Negli anni '90 si respirava l'aria degli anni '90, è strano a definire questa frase. Fatto di alti e bassi ma le emozioni erano comunque vere, non di plastica o ancor peggio di social.
Tutto così materialista. "Solo cose. Non voglio cose", citando Alexander Supertramp.
Anni fa avevo scoperto un gruppo sparito poi dalla circolazione, si chiamava "SpazioBianco". Avevano fatto una canzone intitolata "Natale di Merda". Che in teoria doveva essere il titolo in chiave ironico del post, ma anche il british humor di Eric Idle rende molto l'idea.
La strofa finale recita così*, Ed è quello che "voglio" io, per questo natale. Riscoprire il valore della famiglia sparito ormai da anni. Fare una passeggiata con un amico a quattro zampe, a prescindere se in riva al Tagliamento o su un monticello.
Non rivivere ricordi passati alimentando in me una vana speranza. Ma farne di nuovi usando tutto ciò che ho descritto come base solida per felici momenti futuri.
*"Sta arrivando un altro natale di merda
televisione coi programmi di merda
e non mi frega un cazzo
dei messaggi coi cuori
Se c'e neve qua fuori
sciarpa quanti e cappello.
no, io non sono quello
Tombola sette e mezzo
Forse sembrerò pazzo
ma piuttosto m'ammazzo.
Io voglio solo mia madre
voglio solo mio padre
E voglio solo il mio cane
Senza cori e campane."
Quindi buone feste a tutti voi, iscritti e non. Passatelo bene con i vostri cari e prendete sempre la vita con ironia! A sbuffare si alza solo polvere e siamo esseri umani, non swiffer! E se lo fate...vi prego: almeno non nei commenti qua sotto, oggi è festa e di certo non mi metto a fare pulizie 😂
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E' una questione molto sentita quella della perdita della magia del Natale...
RispondiEliminaPartiamo da una premessa: Natale è sempre stata una festa caratterizzata da un forte materialismo: si celebra la nascità di Gesù Cristo, nella povertà e in una grotta, con cenoni e pranzoni pantagruelici, andando in Chiesa con vestiti nuovi e firmati, con scambi di regali.
Per questo sorrido quando leggo tutte quelle dispute sul presepe e i simboli cristiani del Natale..per celebrare il Natale in senso religioso basterebbe un presepe, fine, e la celebrazione della Messa.
Per cui il Natale lo sente, al 100%, chi è fortemente credente.
I bambini - quasi tutti - aspettano il Natale non per la nascita di Gesù Cristo, ma per aprire i regali.
Ai bambini si dice di comportarsi bene, per avere i regali di Natale, tuttavia i regali li ricevono tutti, bambini buoni o "biricchini", come si dice dalle mie parti.
Il Natale è sempre stato a rischio di "finta bontà", tipo il pranzo o il cenone con a tavola delle persone (parenti o parenti acquisiti) che magari sopportiamo a stento e che se non fosse per il Natale, non sarebbero mai considerate.
Ecco, quindi perché perdiamo la magia di Natale?
Perché non siamo più bambini, perchè cresciamo e diventiamo (giustamente) disillusi. A Natale da bambini sopportiamo il parente antipatico (che se poi va bene ci fa un regalo comunque bello) perché è Natale e ci piace il Natale perchè abbiamo tanti regali, da adulti invece non abbiamo motivo per sopportarlo, quindi pensiamo "Che Natale di merda", per citare la canzone che tu citi.
Perché poi il problema di "auguri a te e famiglia"?
Semplice, una volta tra sms a pagamento e telefonate (comunque a pagamento, perché non c'era l'abbonamento per la linea fissa) dovevi per forza "selezionare" i destinatari degli auguri. Era tutto più naturale e spontaneo.
Quando ero adolescente mi segnavo su un pezzo di carta gli sms mandati e mettevo un simbolo di spunta se ricevevo risposta o una crocetta in caso di mancata risposta.
E quando le crocette erano tante, soffrivo..
Oggi con whatsapp tutti mandano messaggi.
E' peggio un "auguri a te e famiglia" o una non risposta?
Bella domanda..
Come fare allora per recuperare la magia del Natale?
Non certo cadere nel nostalgismo, ma cercare bene di trascorrere del tempo con le persone a cui vogliamo bene.
Banale, ma se ci chiediamo "dov'è la magia del Natale", significa che non lo abbiamo molto presente, questo concetto.
Questo è il Natale...
I social ci hanno peggiorato, io lo dico sempre...
Pensa su Facebook, a tutti quelli che mettono foto ogni due minuti..per fare vedere quanto è bello il loro Natale...
Natale è sempre stato materialismo, ma adesso è anche futilità, per colpa dell'uso dei social...
La magia un po' si è persa, è inutile negarlo, anche perché almeno personalmente non ci si ritrova più come una volta, il presepe che adoravo di mia nonna poi non c'è più da vent'anni, ma Natale è sempre Natale, un periodo bello e piacevole, Auguri ;)
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