mercoledì 12 giugno 2019

"Why can't we be friends?" ovvero riflessioni associate al film "A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar".




Perché associare la canzone dei War del 1975 a questo film uscito nelle case cinematografiche solo 20 anni dopo la canzone? Spiegherò tutto a tempo debito.

Volevo da tanto scrivere qualcosa riguardante questo film e il forte messaggio che mi ha donato. Ma ero sempre titubante, anche perché come spesso accade molte volte le belle parole spese per qualcuno o qualcosa nella mia mente suonano bene, a esternarle apertamente (o scriverle in una prima bozza) mi fanno sempre correre il rischio di essere frainteso e circondato dalla folla inferocita con torce e forconi.
Il primo impatto, che io mi ricordo, è stato nei primi anni 2000 su "Canal Jimmy" di sky. Canale che mi ha influenzato molto televisivamente parlando, da Seinfeld -storico rivale di Friends-, i miei amati Monty Python, Fawlty Towers, a seguire monologhi di vari comici tra cui Daniele Luttazzi e dissacranti puntate di south park.
Ricordo il teaser della pubblicità, ma stupidamente me l'ero perso. Fortuna vuole che è arrivato ibs.it come sempre a darmi grandi soddisfazioni per certe chicche cinematografiche, anche perché è stata dura trovarlo in programmazione nel corso degli anni.





La storia nel contesto è molto semplice: Due drag queen, Vida e Noxeema, interpretate da Patrick Swayze e Wesley Snipes, vincono un concorso che permette loro di andare ad Hollywood per partecipare così a "Miss Drag Queen dell'anno". A fine concorso incontrano Chi Chi Rodriguez (interpretata da John Leguizamo), una concorrente disperata per la sconfitta ma comunque piena di se  e decidono così portarla con loro, barattando di conseguenza i due biglietti dell'aereo in denaro, in maniera tale da viaggiare tutte quante assieme, insegnando alla nuova arrivata le quattro fasi fondamentali per diventare drag queen.


Ovviamente capitano spiacevoli imprevisti, quali il passaggio nel paese d'origine di Vida e l'incontro con sua madre che non ha mai accettato la sua sessualità, o l'incontro con uno sceriffo maschilista che, dopo aver "allungato le mani" a Vida, riceve una sonora lezione; fa partire la più classica e razzista caccia alle streghe, mentre loro si ritrovano in un piccolo paesino dalla mentalità che ricorda spesso molte zone a me note. (ogni riferimento a mentalità locali è puramente casuale?)
Senza spoilerare troppo l'andazzo del film, mi limito a dire che le tre protagoniste riescono a donare colore in questo piccolo paese e cerare un legame d'amicizia puro. Ed è qui che mi voglio fermare.(per il resto cercatelo in dvd, streaming o dove volete. Non voglio rovinarvi sorprese e altrettante emozioni. Ci penserà la pellicola a farlo). Ok, condivido solo una clip.



Esatto, Amicizia. Ecco il perché della canzone che da il titolo al post. Quell'amicizia con l'a maiuscola che tutti noi cerchiamo in svariate forme e cerchiamo di farla germogliare con dosi quotidiane di fiducia e onestà.
Ieri, mentre sfruttavo il bel tempo e percorrevo i miei primi 30 km dell'anno in bici, tra una pedalata e l'altra ho pensato ad alcuni amici o amiche e alcune confidenze ricevute in entrambi i casi. Il calore delle parole che ti avvolgono come una coperta e ricche di complicità, privi di secondi fini in stile "Lo stato A, Lo stato B" (Elio, a te la spiegazione).
Amiche, come amici, in alcuni casi spariti  (con in ostaggio alcuni miei dvd che probabilmente non rivedrò mai più) ed è stato facile per me associare, se vogliamo, la presunta diversità tra uomo e donna nella purezza del film e il messaggio di protezione reciproca - tra le tre protagoniste e le donne del paese -
Pari ad un'altro film: "Benvenuti a Marwen", visto al cinema qualche mese fa. Proprio perché, come nei due film anche io non noto diversità nelle persone, tantomeno etichette: Drag queen, etero, gay, bianchi, neri, donne, uomini, cristiani, atei...alla fine vedo solo esseri umani, come me. Le puntate de "esplorando il corpo umano" viste da bambino mi avevano fatto capire che (salvo la classica differenza tra maschi e femmine) non siamo poi così diversi gli uni dagli altri. E vale per tutti.
 Mi riconosco nei personaggi di questi due film: Non per tacchi e paiettes, non lo sottolineo per evitare momenti d'imbarazzo e facili fraintendimenti, sia chiaro. Anche se fosse non c'e nulla di male: Non sono dei vestiti a ferire gravemente le persone. Sono le armi ad ucciderle, assieme a quelle lame taglienti chiamate pregiudizi. Non la libertà di esprimere una propria identità nel mondo. Sicuramente invece, ci accomuna la percentuale femminile e la fiducia che in entrambi i casi si rivolge verso chi abbiamo di fronte. Alla fine sono sempre stato il classico amico "muto come una tomba" ma che allo stesso tempo sa ascoltare -pregio ribadito mesi fa da mia madre a cena-.
Cosa comporta questa mia fiducia, uomo o donna che sia? Forse il fatto che sono figlio unico, e vedo gli amici (Senza nulla togliere ai cugini, ovviamente) come quel qualcosa in più che effettivamente manca, nella mia vita. Per questo in certe occasioni tendo a diventare protettivo o geloso nei loro confronti. Nonostante tutti questi buoni propositi però mai mi sentirete dire "Sei come un fratello/sorella" in questo contesto. La ritengo una frase standard che se ripetuta più volte perde il suo significato, pari al "ti voglio bene". Anche perché non tutti si comportano come tali nei confronti del prossimo.
Anche per questo tendo spesso a fare comunella o cercare amici, nuovi o vecchi a prescindere: colmare pesanti momenti passati in silenzio. Ecco anche perché quando inizio a parlare non la finisco più. Si sa, in certe occasioni il silenzio non è un buon amico quanto si crede.

Ritornando al film, anche qui ci sono tante, troppe curiosità da menzionare per gli amanti del cinema: citazioni, cammei e riferimenti. Com'è stato per il post riguardante il film "Il Pap'occhio" anche in questo caso sono in crisi nera.
Visto che in lingua italiana molti dialoghi e riferimenti sono stati sostituiti, mi limito a nominare i cammeo non accreditati del compianto Robin Williams e di Naomi Campbell. Per non parlare della presenza di Ru Paul. Anche se proprio cammeo non è, visto che è stato accreditato e il suo nome compare nei vari titoli iniziali. Ovviamente la stessa Julie Newmar fa una breve apparizione nel film. (E da amante di tutto ciò che riguarda Batman ne sono più che contento: La Catwoman del 1966! Si, ho pure il cofanetto di quella serie). Al resto ci penserà wikipedia per voi curiosi e personalmente, mi sembra inopportuno copiare e incollare informazioni trascritte già da qualcun'altro.
Ok, dico solo che la reazione del poliziotto razzista e maschilista quando infila la mano sotto la gonna di Vida/Patrick Swayze è reale, perché quest'ultimo aveva messo una pannocchia nelle mutande!
Per maggiori informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/A_Wong_Foo,_grazie_di_tutto!_Julie_Newmar


E' tutto un circolo vizioso, questo post. Ieri sera alla fine della pedalata, sul divano in preda alle visioni mistiche, con un livido non so dovuto a cosa -maldestro come sono- e con Elio e le storie tese che mi ricordano quanto son pirla per fare 30 km dopo mesi d'inattività (fate clic sul nome del gruppo e ridete pure con me, ve lo concedo), cercavo pace mentale e fisica in televisione. Trovando così tre vecchi "amici" che mi hanno ricordato una cosa, soprattutto in questa scena.



 E le parole di Pau, dei Negrita, che fanno di contorno a tutte le emozioni provate. Sia nella visione di "A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar" quanto nella vita:

"...Quando inizi a capire che sei solo e in mutande, quando inizi a capire che tutto è più grande,
C'era chi era incapace a sognare
E chi sognava già
Tra una botta che prendo e una botta che do,
Tra un'amico che perdo e un amico che avrò
Che se cado una volta, una volta cadrò
E da terra, da li m'alzerò..."

Perché alla fine anche se alcuni amici svaniscono nel corso del tempo senza lasciare messaggi, ce ne sono molti altri pronti ad essere presenti in queste cadute. Magari com'è consuetudine ci ridono pure su, se sono se sono pari a delle gag fisiche esilaranti.
Ma in quelle emotive sono i primi a dare man forte e tutto il sostegno che abbiamo bisogno.


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