-Una recensione negativa per un pessimo libro-
Di solito ho vari modi per arrivare a determinati titoli di libri: Non sono un lettore che guarda le classifiche dei libri più letti.
Negli anni passati spesso entravo in un negozio, facevo un gran sospiro e dopo aver girato in lungo e in largo compravo libri di vario genere che in qualche modo sentivo che mi chiamavano. Occasionalmente mi son fatto consigliare nel tempo determinati titoli da vari amici (Fondamentale per me la "Trilogia" di Efraim Medina Reyes, consigliata appunto da un caro amico; così come alcuni titoli di Banana Yoshimoto da un'altra cara persona).
Poi si sono aggiunti altri assi nella manica oltre al "compro questo...ha qualcosa da dirmi e devo capire cosa", che mi tocca svelare: Le recensioni del sabato presenti su SportWeek, dove occasionalmente qualche chicca interessante salta sempre fuori; altre provenienti dalla rivisa musicale "Buscadero Magazine", libri menzionati da altri libri oppure da personaggi sportivi o vicini a varie discipline: Menzioni d'onore Michele K. Posa, giornalista di wrestling e avido lettore come me e, per ultimo -da stalker, non avendo instagram- i consigli del capitano della nazionale azzurra Gigi Datome sul suo profilo del noto social. L'hastag #gigionelegge è sempre molto interessante. Soprattutto è meraviglioso vedere come uno sportivo non solo ha questo sano interesse per allenare la mente (oltre che il corpo durante le partite), ma si carica sulle spalle la frase "essere d'esempio per i tifosi e spingerli ad aprire un buon libro e leggere -o perlomeno iniziare a farlo".
Ma...quando il libro in questione non è affatto buono?
Ovviamente il capitano non ha colpe. Anche perché ipotizzo che grazie alla casa editrice si è ritrovato tra le mani un libro che, probabilmente, va contro i suoi valori umani così com'è capitato a me. Ammaliato dalle sue buone parole descrittive era finito nella mia wishlist. D'altronde...come fai a dire di no al capitano? Ovviamente un flop ci sta e Gigi...tranquillo: Non sai quanti ne ho comprati grazie a te o ancora ne comprerò, hai sempre tutta la mia stima. Lo dice uno che non ha la bandiera del Friuli a casa (eresia!) ma inspiegabilmente una sarda e, ovviamente, due casse d'ichnusa per combattere oltre la sete, le calde giornate che arriveranno.
Parlo di "La più amata", di T.C. E mi pesa anche solo nominarlo, perché comunque una pubblicità negativa resta sempre una pubblicità.
Ero reduce da una serie di letture estremamente positive (per i miei gusti) e in fondo al cuore speravo in un flop prima o poi, anche per spezzare questa routine. Ma non pensavo di arrivare a tanto! Aspetterò solo Martedì 26 Maggio per buttarlo nella differenziata, visto che ritireranno la carta quel giorno.
Perché non mi è piaciuto, nonostante ho letto solo 33 pagine? L'ho trovato presuntuoso, arrogante e come detto contro i valori che ho imparato fin dalla tenera età grazie alla mia famiglia. L'ipotetica ricchezza sbattuta in faccia fin da subito, tra piscine, grossi anelli e questo cognome così importante. La fama e la presunzione (oltre che un po' di razzismo buttato li, da varie etnie a noi poveri e "umili" gente di provincia, che "abbiamo il ghiaino in testa" secondo la sua nobile e ricca famiglia). Più andavo avanti più m'innervosivo per principio, visto che mio nonno ha fatto tanti sacrifici per riuscire a costruire casa mia assieme ai suoi fratelli - passando anche l'infanzia tra la povertà, guerre e lavori all'estero per mantenere un figlio e la moglie. Per non parlare del terremoto che aveva colpito la mia terra nel 1976-. Oltretutto lo stavo leggendo prima d'iniziare il turno a lavoro e si sa: Arrivare col dente avvelenato quando si lavora a contatto col pubblico non è mai bello.
Non capisco come mai questo libro aveva avuto un discreto successo, tanto da arrivare secondo al premio Strega. Sento puzza di casa editrice e di partiti politici per una (ingiusta) promozione. La cosa che mi dona pace è che non sono il solo a pensarla così: Su goodreads ho trovato molte altre pessime recensioni da chi ha avuto il coraggio di leggerlo fino alla fine. Trovando ripetizioni sul suo nome, capitoli scritti male e via dicendo.
Questo si allega al titolo: perché "parte 2", se non ho mai scritto la parte 1? Ovviamente la parte uno è di Daniele Luttazzi, comico che adoro da quando avevo 14 anni. Anche se il libro da lui citato non è lo stesso, rende esattamente bene l'idea di cosa voglio dire. A te la parola, Daniele.
Una cosa positiva c'è però.
Se un libro come "La più amata" è arrivato secondo al Premio Strega del 2017 (se non ricordo male), ho una chances. La chances per scrivere un libro autobiografico sulla mia vita, la mia perseveranza nell'ottenere risultati e vincere il premio. Partendo alle mie sconfitte alle mie vittorie ottenute con sacrificio, impegno e determinazione. -D'altronde...se un libro così è arrivato al secondo posto la porta è aperta per tutti quanti, anche se non si è figli di noti primari o se non si ha una piscina a casa, vi avviso-.
L'unico problema è che ho imparato una cosa, da mia nonna paterna. Ovvero l'arte della riservatezza. parafrasando la canzone "Quasi adatti" dei Tre Allegri Ragazzi Morti "Quasi adatto a raccontare agli altri i propri cazzi".
Mi hanno raccontato tante favole, da bambino. Mi viene in mente come "La rana e il bue" di Esopo descrive esattamente l'impatto che il libro vuole avere nei confronti dei lettori, finale compreso. Non serve aggiungere altro.
Non capisco come mai questo libro aveva avuto un discreto successo, tanto da arrivare secondo al premio Strega. Sento puzza di casa editrice e di partiti politici per una (ingiusta) promozione. La cosa che mi dona pace è che non sono il solo a pensarla così: Su goodreads ho trovato molte altre pessime recensioni da chi ha avuto il coraggio di leggerlo fino alla fine. Trovando ripetizioni sul suo nome, capitoli scritti male e via dicendo.
Questo si allega al titolo: perché "parte 2", se non ho mai scritto la parte 1? Ovviamente la parte uno è di Daniele Luttazzi, comico che adoro da quando avevo 14 anni. Anche se il libro da lui citato non è lo stesso, rende esattamente bene l'idea di cosa voglio dire. A te la parola, Daniele.
Una cosa positiva c'è però.
Se un libro come "La più amata" è arrivato secondo al Premio Strega del 2017 (se non ricordo male), ho una chances. La chances per scrivere un libro autobiografico sulla mia vita, la mia perseveranza nell'ottenere risultati e vincere il premio. Partendo alle mie sconfitte alle mie vittorie ottenute con sacrificio, impegno e determinazione. -D'altronde...se un libro così è arrivato al secondo posto la porta è aperta per tutti quanti, anche se non si è figli di noti primari o se non si ha una piscina a casa, vi avviso-.
L'unico problema è che ho imparato una cosa, da mia nonna paterna. Ovvero l'arte della riservatezza. parafrasando la canzone "Quasi adatti" dei Tre Allegri Ragazzi Morti "Quasi adatto a raccontare agli altri i propri cazzi".
Mi hanno raccontato tante favole, da bambino. Mi viene in mente come "La rana e il bue" di Esopo descrive esattamente l'impatto che il libro vuole avere nei confronti dei lettori, finale compreso. Non serve aggiungere altro.
Sapevo che prima o poi avresti stroncato un libro. Abbiamo avuto questa discussione sul dare troppe stelle a troppi libri qualche tempo, non so se ricordi.
RispondiEliminaLeggerti fare una recensione negativa è ancora più interessante. L'argomentazione, il modo di scrivere, adoro tutto pur essendo qualcosa con accensione negativa.
Purtroppo hai proprio ragione dicendo che a volte le case editrici mettono lì libri solo perché devono. Magari il titolone o il nome dello scrittore stesso fanno vendere più copie della storia raccontata.
Certo che ricordo la discussione costruttiva sulle stelle date ai vari libri su goodreads :-) Lo sai che queste discussioni e confronti fanno sempre piacere e aiutano a migliorare la creatività del singolo nei vari ambiti ;-)
EliminaCosì come mi fa enormemente piacere (oso dire "adoro il fatto"?) che così, "ALL'IMPROVVISO", ti piace anche questa recensione negativa. Ci siamo spesso confrontati sul tema della lettura e di come nascono nelle nostre menti i vari post che scriviamo. Come detto più volte sento la mia mente come una memoria che riesce a prendere con algoritmi vari esperienze passate e shakerarle insieme, donando intensità, significato e mettendo ovviamente qualcosa di mio.
C'era anche il piano B di questa recensione, ultimamente come vedi mi piace molto l'idea di dare un significato visivo anche con qualche frame televisivo o cinematografico. Il piano B era di modificare questa scena di Seinfeld inserendo il mio volto al posto di quello di George Costanza e il libro al posto della donna 😂 https://www.youtube.com/watch?v=_0zr2sXszYM O com'era capitato con Bastardi senza gloria storpiare il dialogo con sottotitoli fasulli.
Praticamente...un booktuber mancato con la giusta dose d'ironia! 😂
Infatti devo dire che parlare con te è sempre una ventata di aria fresca. Il confronto fra di noi è sempre costruttivo e apre a nuovi punti di vista e di dialogo.
RispondiEliminaLa comicità british in questo caso mi fa ridere. "It's not you, it's me" per mascherare la verità e, ALL'IMPROVVISO, l'esasperazione che tocca i massimi picchi ed esce fuori tutto. A-DO-RO.
SORPRESA!Seinfeld (in questo caso) è made in USA 😊 -Disse all'improvviso- 😂
EliminaQuesta cosa mi riporta alla mente un gioco che facevamo parecchi anni fa io e il mio migliore amico su facebook nato per caso: Iniziavamo a rispondere sotto a vari commenti delle foto (l'uno dell'altro) "Rock out" e si andava a oltranza, prima lui e poi io e via dicendo...fino a quando, così all'improvviso, uno dei due si stufava 😂
D'altronde... George Costanza è l'inventore del "It's not you, it's me" https://www.youtube.com/watch?v=ujf9IltDviQ 😉 Qua ben spiegato nella versione italiana 😂