sabato 4 maggio 2019

"E qui, sopravvissuto a Cernobyl / Ai Nirvana e al Playmobil / A Bin Laden e alla serie B"




Oggi compio 35 anni.

35 anni onestamente pieni, sono grato delle esperienze vissute a livello personale o ai vari fatti di storia che, con la stessa leggerezza di Forrest Gump, mi sfioravano ma pur rendendomi partecipe in maniera indiretta non mi rendevo conto non tanto della gravità quanto dell'importanza del momento.

Non voglio fare il più classico dei resoconti, per lo più in veste nostalgica o critica per certe mie disattenzioni, tutt'altro, voglio esprimere tutta la mia gratitudine alla libertà che i miei genitori mi hanno concesso. Sia a livello creativo e umano.
Qualche settimana fa, esattamente il giorno di pasquetta mentre mi preparavo per andare a lavoro ho fatto partire una playlist niente male: i Zen Circus con Catene, il mondo come lo vorrei...poi Guccini con Eskimo e Vedi cara, Bugo con casalingo e "il giro giusto" e molto altro ancora più o meno a tema.
Proprio con "il mondo come lo vorrei" del circo Zen, ad ascoltare la frase che da il titolo a questo post, mi son reso conto dei momenti e luoghi comuni che comunque ci rendono tutti partecipi e di come ci siamo formati e mi sono formato anno dopo anno. Momenti che mi han sempre fatto pensare alle maschere che involontariamente porto quotidianamente: Quella di chi mi vede ogni giorno (gli amici più stretti), gli amici di penna e anche ai vari compaesani.

Mi fa ridere col senno di poi "Sopravvissuto ai Nirvana", perché nel mio paese complice anche la spina dorsale rock portata dai nostri padri e dalla loro cultura musicale, spesso venivo associato al gruppo di Aberdeen per la mia attenzione maniacale riguardo a questa band, ai capelli lunghi che portavo con fierezza e le t-shirt di gruppi musicali (questo ovviamente non nei '90 visto che all'epoca ero alle elementari e la mia sola preoccupazione era riuscire ad arrivare puntuale a casa per "Ecco Pippo!", "Taz-Mania" e ovviamente "Batman", oltre a giocare coi lego in giardino e leggere)...e quella frase detta da un mio amico ormai tre/quattro anni fa con ironia, sinonimo di un cambiamento involontario, ovvero "Ora che Mirko si è tagliato i capelli il grunge è definitivamente morto".
Perché mi fa ridere? Perché non è mai stata una mia priorità ascoltare un solo genere o un solo gruppo musicale...anzi posso dire con molta ironia di essere stato un "pioniere", ascoltando per primo in paese rap e hip-hop grazie ai miei amati Beastie Boys, LL cool J, Run DMC, Bassi Maestro (la canzone velatamente linkata ci sta nel contesto) e via a random. Due generi ai tempi contrastanti ma comunque rappresentativi di quei '90.
Così come sopravvissuto alla serie "B" cestistica della mia Apu anni fa, probabilmente uno dei miei momenti migliori da tifoso, senza nulla togliere alla prima volta da tifoso della Snaidero Udine o a quello attuale.
Quando il Carnera era ancora inagibile e il piccolo "Benedetti" come palazzetto mi donava vittorie pari a quelle dei Warriors da record di Curry e Thompson. Presente ad ogni partita complice anche gli orari di lavoro che combaciavano, ora già più difficili nonostante trovo il clima sempre caldo come una seconda casa. Probabilmente era non solo l'atmosfera, ma prendere la macchina e andare da solo, percorrere il parco Moretti a piedi e sentire un clima da partita già sottopelle, qualcosa di intimo visto un palazzetto dalle dimensioni ridotte rispetto appunto a quello attuale e storico. Difficile da descrivere anche solo cosa mi dona la pallacanestro, ogni momento è qualcosa di unico e se vogliamo romantico, visto l'amore che provo per questo sport. Ma probabilmente dedicherò un post anche alla palla a spicchi.

35 anni pieni, dove certe esperienze sono arrivate non eccessivamente tardi ma comunque al momento giusto, godendomi così uno stile di vita da adolescente non di fine anni '90 inizio 2000 ma di qualche decade prima e una libertà di parola ed espressione (soprattutto con mia madre) a mio dire invidiabile. Senza entrare nell'argomento "sessualità, religione etc" e il contenuto di esso fatto durante un viaggio in macchina anche perché mi ritengo una persona orgogliosamente riservata, mi son sentito dire che le fa piacere vedermi uscire fuori dagli schemi perché le ricordo il suo periodo di gioventù, quando c'era un credo cattolico molto più sentito e alcune persone come lei iniziavano a sentirsi strette in questa scatola imposta dalla società. Anche se mi rimprovera divertita spesso sulle battute a sfondo religioso "ok, puoi farle in mia presenza ma ricordati che non tutti riescono a riderci sopra". Ha ragione, non faccio parte di uno Stand Up Comedy (e non sono ne il buon Daniele da Santarcangelo di Romagna ne Saverio Raimondo...anche se il vetriolo, nelle mie battute a tema, è sempre presente).
Sono comunque esperienze, battute fatte forse per tre anni repressi di medie dai salesiani dove la mia istruzione veniva accantonata a tutt'altra atmosfera. Col senno di poi parlando con alcuni amici ex studenti, almeno chi definisco ancora amici (e non chi mi ha fatto bullismo verbale pari al film "un ragazzo tutto nuovo", solo per avere un po' di notorietà ai miei danni e alla mia immagine una volta passato all'istituto superiore di un'altro comune), abbiamo notato che si vede chi è uscito da li e che cos'è diventato. "Suo figlio non ha voglia di studiare, lo vedo bene in un istituto professionale", si è sentita dire mia madre. Il resto è storia. Citando una battuta de "I simpson" <<Attimo fuggente ha rovinato una generazione d'insegnanti>> e ora che ne ho 35 posso dire che le battute caste fatte da chi votava ai tempi la dc erano a mio dire tristi come i voti che prendevo nella sua materia, forse perché non riuscivo a ridere per guadagnarmi un misero 6 in pagella.


Non mi ritengo una persona piena di rimpianti.

Il lato positivo è che mi sono sempre messo alla prova, la bellezza di non riuscire a stare mai fermo, il classico tipo di persona favorevole ai cambiamenti e consapevole di saperli affrontare con la giusta mentalità:
Basta pensare al basket e di come era troppo facile giocare nel giardino di casa e passare al livello superiore, iscrivendomi in una società della zona a livello agonistico. Oppure quando ho detto un metaforico "basta" alla musica ascoltata per radio o ai più classici momenti da air guitar spronando così gli amici a suonare uno strumento: "No, troppo impegnativo" la risposta, la mia invece è stata "ok. Io mi comprerò un basso, voi fate quello che volete", oppure restando in argomento i vari concerti in solitaria...dopo i vari due di picche presi e concerti persi mi son detto "Va bene: D'ora in poi andrò da solo". In ricordo di quei Living Colour a Pordenone e quell'evento andato in fumo.
L'ebrezza di suonare dal vivo e parlare davanti a delle persone al microfono con battute e introduzioni...e non per chiamare colleghi o colleghe in cassa.
Tutto appagante, nonostante le divergenze finali. (Scherzandoci su... "Teenage angst has paid off well / Now i'm bored and old ": erano le prime strofe cantate da Cobain che davano il via a "In utero" dei Nirvana, dopo il successo appagante, leggendo tra le righe, di nevermind. Frase che in questo momento condivido, per le esperienze fatte).

Cambiamenti e consapevolezza.
Come quella dovuta al mio problema di salute, che mi porto ormai da 31 anni sulle spalle (credo). E quella domanda fatta, una volta finite le flebo, a mia madre; mentre tornavamo a casa sulla storica "Tipo": <<Perché devo farle se non sto male, se non vedo il dolore?>> e forse in quei minuti il primo cambiamento mentale della mia vita, stando moderatamente attento a non ammalarmi ma senza vivere in una bolla come rappresentato nei film (o come il povero David Vetter, storia vera). Ma imparare a lasciarmi andare e concedermi momenti  ricchi di vita e adrenalina. Come quando, di questi tempi, affronto le discese in bici a 50 km/h come velocità massima raggiunta.
Parlavo di gratitudine ai miei genitori, in questo contesto va soprattutto al fatto che non mi hanno mai vietato d'uscire di casa e nonostante un vincolo non scritto dovuto agli anticorpi posso dire che era la classica infanzia vissuta da tutti. Anzi...come molti le sentivo, forse un po' di più se ritornavo sudato dopo partite a calcio (campetti da basket nella mia zona erano cosa rara, anche Kobe Bryant da bambino in Italia ha vissuto la stessa situazione). Dove, detta tra noi, come talento calcistico ero pari al finto cugino di George Weah, tale Ali Dia. Il punto più alto in carriera è stato tirare a caso la classica bordata che becca la traversa: avevo comunque esultato come Kevin McCallister sotto gli occhi increduli e perplessi degli amici.


Ho imparato una cosa, in questa piccola parte di tempo e dalle mie esperienze fatte: Trovare il giusto equilibrio senza mettersi troppi limiti ne sentirsi in colpa per le decisioni o esperienze anche sentimentali. Tutto mi è stato da esempio per evitare di ripetere determinati errori e allo stesso modo in chiave positiva mi hanno cambiato e formato, come un corso d'istruzione, per essere l'uomo che sono adesso e che sarò un domani. Maturando giorno dopo giorno e affrontando le salite della vita come spesso mi accade in bici: Sorridendo, con aria di sfida. Perché tutto è risolvibile e nulla è impossibile.

Poi arriva la discesa e li nel mio caso il sorriso aumenta, con la gioia dell'alta velocità e il brivido che scorre nelle vene per il traguardo raggiunto.


"Il tempo mi può cambiare
ma tu non puoi determinarne il corso

Strano il fascino che mi affascina
I cambiamenti seguono il mio passo"

D. Bowie

                       




                             








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