giovedì 30 maggio 2019

"Ma chi sei tu ragazzo che hai speso 400 lire per sentire la mia storia che di solito non gliene frega niente a nessuno?" (Il Pap'occhio e la satira sulla religione)



Trattare l'argomento religione è sempre difficile. Soprattutto scrivere un post in un blog, che è pari a lanciare una bistecca in una gabbia di leoni da tastiera o ricevere facili dissensi.

Metto subito le mani avanti: Anche se risulto cristiano sulla carta, mi ritengo l'opposto in senso pratico. Per molte ragioni e idee di pensiero associate ad esso o esperienze fatte nel corso degli anni. E non parlo del rancore dei tre anni di medie in territorio ostile, ma dei ragionamenti personali e profondi esternati senza imbarazzo qualche mese fa a mia madre che, fortunatamente, ha capito e ragioniamo sulla stessa lunghezza d'onda. Questo non vuol dire che evito di ascoltare chi ha da dirmi qualcosa a riguardo, anzi: Per l'istruzione avuta durante l'infanzia posso comunque dire la mia in proposito e di conseguenza avere la libertà di ridere ad una battuta associata ad essa. Che sia parodistica, leggera o come spesso dico "al vetriolo". Proprio perché una battuta, per fare effetto va compresa.
Da amante del cinema, senza aggiungere altre parole, lascio descrivere questa situazione a due cari "amici" storici, Alexander e Ron. (Altro dvd prestato e mai più ritornato)



Il mio primo primo incontro col binomio "religione e ironia", sicuramente anche se con modi molto pacati in quanto bambino, è stato durante le ore di catechismo. Riuscire a far ridere gli altri partecipanti e irritare l'autorità in questione era per una parte di noi una medaglia al valore. Anche perché gli inizi dei '90 era la fine del periodo dove il prete aveva un ruolo di potere in un piccolo paese. D'altronde la satira è proprio questo: Scherzare anche col sacro e il profano.
Non entro nei dettagli, non per imbarazzo, ma perché mi è difficile parlare di me sul web. Preferisco raccontare questi (ed altri) divertenti aneddoti davanti ad una buona Guinness come son solito fare: Come gli alieni cerco contatto umano il più delle volte, ed è per questo che non ho social.
Il resto si sa. Da bambini siamo delle spugne e spesso le esperienze dell'infanzia c'influiscono nel corso degli anni.
E si: in tre anni dai salesiani, durante l'alleluia ero come Rowan "Mr. Bean" Atkinson: Ricordo ancora le risate causate (oltre al libro di barzellette sequestrato e mai ritornato).








Di recente ho acquistato due dvd: "A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar" e appunto "Il Pap'occhio" di Renzo Arbore.
Del primo probabilmente ne parlerò in un'altro post. Il secondo invece non l'avevo mai visto per intero ma a spezzoni grazie a qualche anima pia che ha caricato nel tempo varie clip su youtube. Su consiglio di mia madre mi son fatto questo regalo di compleanno e devo dire che le risate sono state spontanee, non solo per le battute in se e ovviamente la trama, dove il presentatore e i suoi collaboratori sono convocati dal Papa Giovanni Paolo II per lavoare alla tv di stato vaticana. Quanto per il clima di complicità tra il regista/attore Arbore e la "sacra famiglia" del suo storico programma "L'altra domenica"(Non ero neanche nato, un programma di metà anni '70 ma tanto citato dai miei genitori, quando mentre ero ancora bambinetto loro guardavano divertiti "Indietro tutta!" e in tenera età memorizzavo immagini, colori...e probabilmente i baffoni di Frassica).
Una mia cara amica, in privato, come risposta ai primi post scritti mi ha detto con affetto che sono un citazionista. Questo cosa c'entra con il film? Facile. E' vero, amo le citazioni e i riferimenti in qualsiasi forma. Dai più nascosti "easter egg" a quelli ben marcati con il fuoco, come nel vecchio west sul bestiame. -Ho visto "Il fiume rosso" di recente, perdonatemi.-
Ebbene, il film di Arbore ne è pieno e per i più curiosi wikipedia li elenca tutti e onestamente sono in crisi a riproporli su questo post. Sport, politica, musica, ovviamente religione, cinema...letteratura.
Per non uscire fuori tema posso solo nominare Roberto Benigni che tradisce Arbore per trenta gettoni del telefono: esilarante! Pari quanto all'orto dei Jazzemani (un gruppo musicale jazz suona in giardino).

Senza dimenticare ovviamente le scene con Mario Marenco, scomparso di recente il 17 Marzo di quest'anno (2019). Vi avviso: se m'invitate per battesimi, cresime o matrimoni metto già in preventivo un remake amatoriale di questa clip nei panni di Arbore. In fondo la R grattata già c'è.



E poi c'è Roberto Benigni. Il primo Roberto Benigni. Quando bacia sulla guancia Arbore prima di tradirlo e quello sguardo rivolto alla camera. Espressione simile fatta durante "L'ultima cena" del gruppo mentre si sente la frase "Prima che questo Gallo canti, uno di voi mi tradirà". Il monologo sul giudizio universale e la citazione a "il grande dittatore" di Charlie Chaplin.
Questo suo giocare col sacro e profano che tanto adoro, probabilmente perché una delle videocassette consumate da ragazzino era proprio "Il piccolo diavolo". Film che so a memoria e che a modo suo  mi ha reso in certe occasioni stravagante come il dottor Giuditta. Non solo per la musica alta nei momenti d'ilarità, ma proprio per quell'ingenua curiosità che mi porto appresso. Consiglio da amico: Non fermatevi solo al "Modello n°4" o a "Sono Gloria, ho lasciato la patente sul tavolo...accanto alla frutta". Andate oltre queste battute ben note, assaporate tutto il film con la stessa curiosità del protagonista. Come se fosse una porzione maxi di zuppa inglese.

Posso quindi dire, a distanza di quasi 40 anni, più che la satira molti giovani apprezzeranno le citazioni, probabilmente. Ormai abituati ad un umorismo sempre più aggressivo e pungente: Come cambiano i tempi e le persone, cambiano anche gli usi e costumi, oltre la comicità.
Mi viene in mente la parte censurata del film, dove Isabella Rossellini corre con il Papa in un parco e di sottofondo c'e una musica che fa illudere ai due come una coppia, sbeffeggiando appunto i classici film d'amore. So cosa pensate, adoro The Young Pope. Pensate a quanta libertà d'espressione abbiamo ora, anche nel mondo dello spettacolo.
Teniamo anche presente che "Il pap'occhio" fu sequestrato per vilipendio alla religione cattolica, all'epoca.
Ultima piccola chicca per gli amici cinefili: in quel periodo Isabella Rossellini era sposata col regista Martin Scorsese e il noto regista vincitore di premi ha fatto un piccolo cammeo nel film: Interpretava se stesso nel ruolo di regista nella tv vaticana. Nei contenuti speciali del dvd, tra le tante cose Abore dirà che il momento più imbarazzante di sempre è stato dover dire "Action!" a una persona come Scorsese.


 Il post è finito. Che il signore...sia con voi.

"...Per questo io ti benedico. Va ragazzo va, San Simeone è con te."
















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