mercoledì 11 marzo 2020

"Si muore tutti democristiani", il film del Terzo Segreto di Satira.




Tutto è iniziato al bar mentre ero in compagnia di un mio caro amico qualche anno fa: Ordino da bere con una delle tante frasi standard. "Ho la gola secca...Birretta?".
Lui finisce quella che ha nel boccale, ride sguaiatamente e mi dice, prendendo il telefono in mano: "Ogni volta che ordini da bere così o che dici solo <<Birretta?>>, mi fai venire in mente questo video ("Il Dalemiano", del Terzo Segreto di Satira). Sicuramente ti piaceranno!".

In quel momento ho capito che dovevo iscrivermi al loro canale e guardare tutti i loro video, anche quelli persi in precedenza, proprio per quel modo di fare che tanto mi piace riguardo la satira sociale e politica. Oltretutto, per quanto mi riguarda...un po' d'autoironia non guasta, specie se mi ritrovo nelle caratteristiche di alcuni personaggi da loro creati.

Facciamo un passo indietro però: Il mio interesse per la satira politica è presente da sempre. Il "politichese" a casa mia si masticava spesso e volentieri, allo stesso modo si apprezzava l'ironia del tandem Dandini-Guzzanti ai tempi di Avanzi, per quel che mi ricordo (e gli altri programmi della coppia al seguito), mentre quando andavo da miei nonni il sabato sera, vista la loro generazione ben diversa da quella dei miei genitori, i vari attori del Bagaglino erano presenti sulla loro tv -che, a rivederli ora, tutto mi fanno, tranne che ridere. Ma si cresce e si matura col tempo, ovviamente. Anche se poi ho amato il percorso artistico di Oreste Lionello come doppiatore-. Il lato positivo è che fin da bambino avevo imparato a distinguere anche solo dalla parodia i volti dei politici, le loro posizioni e i vari partiti. Grazie anche ai volumi di Forattini che, a casa d'amici dei miei genitori, mi mettevano in mano per farmi stare zitto e in silenzio, perché probabilmente li il Topolino non c'era. Crescendo con queste basi familiari (specie dai miei genitori) e scoprendo poi il favoloso mondo di Daniele Luttazzi, il resto vien da se.

Questo film, scritto e diretto dal Terzo Segreto di Satira, parla di come i tre protagonisti, uniti dalla piccola casa di produzione da loro creata, si ritrovano a dover fare i conti con la realtà: Valutando una grande offerta di lavoro ricevuta ma, che per ragioni che si scoprono andando avanti nel corso del film, va contro i loro ideali. "Scegliere la strada più comoda o quella giusta" Parafrasando la definizione di democristiano da parte di uno dei componenti di questo collettivo milanese, Davide Bonacina, durante l'intervista/promozione del film su La7.

Cosa mi ha spinto a dedicare un post a questo film? (oltre a consigliarlo a chi ovviamente piace il genere). Sicuramente il fatto che in questo periodo della mia vita, a 35 anni -quasi 36-, mi sento un incrocio tra due dei tre protagonisti: Stefano ed Enrico (Il terzo, Fabrizio, è interpretato da Massimiliano Loizzi), interpretati rispettivamente da Marco Ripoldi e Walter Leonardi. Ironia della sorte in qualche modo nelle loro interpretazioni presenti nei vari video su youtube riesco sempre a vedere qualche piccola sfumatura del sottoscritto: Nel caso di Leonardi "Il buonista col mitra"rende bene l'idea di quanta merda devo spesso inghiottire, sentendo discorsi molto spesso generici fatti da chi molte volte ragiona col culo. Ogni riferimento a persone che incontro nella vita comune è puramente casuale. Diciamo...la versione politica di un mio vecchio post, "come si diventa Joker", dove l'ho citato alla fine.
Mentre per Ripoldi la lista è lunga. Diciamo pure che il mantra "E' la giunta che conta" ormai l'ho fatto mio, non solo per votare come nel video, ma per mantenere occasionalmente la calma e affrontare alcune decisioni. E questo, credetemi, è solo il biglietto da visita.

C'è stato un periodo della mia vita dove a livello politico ero discretamente attento e attivo. Un periodo dove gli ideali dei miei genitori e della loro generazione erano concreti e ben radicati in me. Quel momento dove, da studente, non facevo i conti con la realtà e preferivo ribellarmi ad un sistema. Come Stefano nel film in una scena madre verso la fine (anche se i miei capelli erano si lunghi, ma non avevo i dread).
Ricordo con gioia quel periodo: Anche se i dread citati poco fa non li avevo, sulla testa portavo il basco giamaicano, o così lo chiamavo io, che racchiudeva la dentro i miei lunghi capelli. I 99Posse erano in heavy rotation nello stereo presente in camera (oltre, come sempre, a vari artisti), e da elettore spesso mi ritrovavo vigile a valutare le idee e confrontandomi con alcuni amici di quel periodo.

L'esempio "da film", è di come cantavo a pieni polmoni Consumo Gusto, del gruppo Ska-P e che ora mi ritrovo a lavorare in un supermercato. Esempio perfetto da "Terzo Segreto di Satira".
Ogni tanto non lo nego, penso alla classica frase "cosa voglio fare da grande", da sognatore ad occhi aperti quale sono.
Pensieri sono tanti, specie sul classico "mestiere". Ma ad aprire una piccola attività per conto mio (quale una libreria dove si possono trovare anche vinili) servono soldi. Anche se spesso mi sento dire "siamo nel 2020...c'e Amazon". Sfumando così ogni aspettativa e fantasia. Così anche come l'ipotetica fantasia di scrivere per campare. Le mie sono riflessioni a tempo perso spesso generiche da scaltro osservatore di film o assiduo lettore. Ma anche in questo caso, sognare non costa nulla. Anche se avendo amici e amiche con un primo libro all'attivo (una in particolare col secondo), l'idea generale che mi son fatto è che gli editori spesso hanno il fiato sul collo e, per quanto creativi, non dev'essere una vita facile pure loro.
Come Enrico/Walter Leonardi con suo padre, nel mio caso c'era mia nonna che fino all'ultimo mi ripeteva sempre "Tieni stretto quel lavoro, stai andando bene. Li è un posto sicuro". Il tutto con la classica conclusione "però...tagliati quella barba!".
Ma ero questo quello che volevo diventare? Alle elementari ricordo con gioia LA maestra per eccellenza che riusciva sempre a coinvolgerci nelle lezioni a modo suo. In prima elementare, se non erro (o giù di li), ricordo la lezione sul tempo che passa e sui cambiamenti anche fisici. Di come, ritagliando foto x verosimili da riviste che assomigliavano vagamente a noi alunni, aveva fatto il foglio "Tizio/tizia tra tot anni". Immaginavo i miei 30 anni diversi, forse un po' alla "Ritorno al futuro 2", con tutte le volte che l'ho visto. Una casa e una famiglia alle spalle... e mi ritrovo part-time, a fare sacrifici per riuscire ad andare in affitto da qualche parte e creare qualcosa di bello a livello umano. Il tutto seguendo i valori che mi aveva insegnato mio nonno paterno quando ero bambino (la favola della cicala e della formica).
...Ma ahimè, citando i Zen Circus, "Nonno, è questo il futuro che sognavi te (per me)?"




Non sto sputando sul piatto dove mangio, sia chiaro. "Quel" Mirko con animo ribelle è ancora presente in me. Come detto ora di anni ne ho 35. Ma ci sono giornate dove spesso mi ritrovo a voler salire in macchina (non ho uno scooter come uno dei protagonisti del film) e lasciare andare tutti i vaffanculo che ho in me, dalla testa ai piedi e andare lontano.  -"La fantasia del viaggio ai tempi del COVID-19" -. Un misto di Vaffanculo dedicati a destra e a manca a chi mi tratta come uno di poco conto. A chi mi usa come il classico mulo da fatica e poco considerato e a chi mi mette i bastoni tra le ruote; con tanto di frasi alla "Scegliete la vita" alla Renton buttate qua e la.

Ma poi, dopo tutti questi ripensamenti e questi vaffanculo mai detti la sveglia suona sempre alle 6.00 e quella parte di me adolescente, quando si pettina allo specchio prima di andare a timbrare (e l'ammetto, pettinarmi studiando le dimensioni della "piazzetta" intitolata a Kobe Bryant appena accennata in testa), si guarda allo specchio e pensa più o meno così...



(Se incomincia dall'inizio, il mio riferimento è dal minuto 3.27 in poi)


Piccola precisazione, per chi mi conosce a livello lavorativo: Ricordatevi una cosa sola. Anche se sono critico, prendete la vita con ironia e imparate a riderci su, delle cose. Citando "Eskimo" di Guccini


"Diciamolo per dire, ma davvero
Si ride per non piangere perché
Se penso a quella ch' eri, a quel che ero
Che compassione che ho per me e per te

Eppure a volte non mi spiacerebbe
Essere quelli di quei tempi la'
Sarà per aver quindic'anni in meno
O avere tutto per possibilità

Perché a vent'anni è tutto ancora intero
Perché a vent'anni è tutto chi lo sa
A vent'anni si è stupidi davvero
Quante balle si ha in testa a quell'età

Oppure allora si era solo noi
Non c'entra o meno questa gioventù
Di discussioni, caroselli, eroi
Quel ch'è rimasto dimmelo un po' tu

(...)

Forse lo stan pensando anche gli amici
gli andati, i rassegnati, i soddisfatti
Giocando a dire che si era più felici
Pensando a chi si è perso o no a quei patti

Ed io che ho sempre un eskimo addosso
uguale a quello che ricorderai
io come sempre, faccio quel che posso
Domani poi ci penserò se mai."

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