mercoledì 24 aprile 2019

Didascalie, nuvolette, trame e sceneggiature: La mia passione per i fumetti e le graphic novel.

Complice il ritorno della pioggia e un errore grossolano a dir poco tremendo fatto da chi come me ama la lettura su carta stampata (ho lasciato i finestrini della macchina aperti bagnando leggermente "la casa delle belle addormentate" di Kawabata...ma tranquilli: Gli altri libri in mio possesso gli stanno già facendo riprendere la sua forma naturale), ho iniziato e già finito il volume a fumetti "Big Baby" di Charles Burns e da li l'idea di questo nuovo post.

Piccola nota: Non sono uno che maltratta i libri, fa orecchie o quant'altro, mi sono solo lasciato prendere dal bel tempo dimenticando di vedere le previsioni meteo, capita. Anche se certe situazioni li rendono comunque vissuti e a mio dire hanno il loro perché, sempre se i piccoli incidenti sono involontari.

Come detto in alcuni post spesso mi divido tra libri e graphic novel, se non fumetti veri e propri e a mio dire non c'è nulla di vergognarsi a riguardo.
Si può anche dire che è una passione divisa in due parti: Infanzia ed età adulta.

Questo amore è partito da mio padre, l'eterno Peter Pan che tutt'ora a quasi 65 anni colleziona riviste su riviste di Tex (Penso che Sergio Bonelli Editore gli deve ironicamente un regalo per questo crowdfunding amatoriale visto che camera sua sembra un museo non ufficiale della casa editrice) e le storiche tappe nell'edicola del paese quando ero bambino. Come tutti ho preso il via con il classico Topolino, aspettando con gioia l'arrivo del Mercoledì e le "Storie a bivi". Probabilmente l'unica cosa che riusciva a ritagliarmi curiosità tra una prevedibile storia e l'altra. Prevedibile perché ho sempre odiato personaggi come Gastone e Topolino mentre facevo il tifo per chi arrancava nella società (i vari Paperino, Pippo e Paperoga).
Ovviamente non mi sono fermato solo alla sponda Disney, ricordo con molto affetto "il giornalino" e quell'ironia a mio dire surreale di Carlo "Perogatt" Peroni e del suo personaggio "Ispettore Perogatt". Seguito a ruota da Jacovitti e,  andando a casa di amici di mio padre, pure le vignette satiriche di Forattini. Per certi versi inadatte ad un bambino che deve ancora iscriversi alle medie ma si sa, per tener buono quando si è ospiti un bambinetto va bene tutto e tutto fa curriculum. Soprattutto per i futuri elettori che conoscono così in chiave ironica il mondo della politica e a distanza di anni la storia dei vari partiti o chi li rappresentava.

Dopo qualche parentesi tra varie riviste minori ma comunque divertenti arriva il primo passaggio dallo stato infantile ai primi passi dell'individuo adulto quale sono tutt'ora: Il primo "farlocco ma carico d'orgoglio" addio al mondo dei fumetti. I poster delle stelle NBA, da Jordan a Terell Brandon e un giovanissimo Kevin Garnett presero il posto dei precedenti Tiramolla & company.
E quella frase, detta con ironia e senza malizia da chi, se vogliamo, mi ha formato anche a livello musicale e mi osservava dal suo terrazzo in una calda giornata estiva. Quel mio amico che abita di fronte casa mia:  "Mirko...Lascia stare Topolino...buttati su Dylan Dog!"
Consiglio che avevo colto ma molti anni dopo.
Avevo optato invece per quello che era ed è il mio supereroe preferito da sempre: Batman. Ebbene si, sono sponda DC Comics da sempre, mi spiace per chi è pro Marvel. Nella lista si aggiungevano anche i primi numeri di PK (l'attuale Paperinik) e addirittura nel 1998 il fumetto del film Men in Black ma si sa, dai miei 13 anni in poi tutto era concentrato su giri in bici e quel mix di basket e musica, dove con noncuranza puntavo tutto trascurando gli studi.

La vera svolta è arrivata verso la fine dei venti e l'inizio dei trenta e continua tutt'ora ad andare avanti: Ormai adulto ho scoperto vari autori a mio dire interessanti, autori che vi consiglio (quindi armatevi di foglio e penna se siete interessati).
In tarda età vari conoscenti e amici mi ripetevano una sola cosa: "Uno come te deve leggere Rat-Man!". Inutile raccontarvi chi è Leo Ortolani e di come il suo supereroe è entrato di diritto tra i miei preferiti di sempre. Con quell'ironia che tanto adoro e che spesso mi ritrovo ad utilizzare con nochalances... Difficile scegliere un solo momento parallelo tra me e "Deboroh La Roccia". Su tutti probabilmente l'inglese maccheronico (spesso a lavoro a mente fredda quando nella mia mente mi sento dare indicazioni ai turisti m'immagino un fumetto con frasi divertenti quanto imbarazzanti, ma grazie ai Monty Python riesco a tornare in carreggiata con una presunta dignità) e quella scenetta presa dal "Grande Magazzi", ormai diventato un mio tormentone: "Dio, ti prego, rendimi sordo.".
Ovviamente la lista è lunga, anche perché tra parodie, citazioni e quant'altro i miei amici avevano ragione: Questo fumetto "...mi calzava come un guanto. Chissà cosa volevano dire." (Cit.)





Da Poco sono riuscito a collezionare anche i vari volumi in italiano di Robert Crumb.
Qua la storia si fa molto interessante, anche perché ricordo benissimo il primo "incontro" con questo fumettista americano.
Ero in soffitta più o meno dieci anni fa e rovistavo tra i vari vinili di mio padre. Tra i tanti una copertina mi aveva letteralmente rapito: Parliamo di "Cheap Thrills" di Janis Joplin. Da attento ricercatore e probabilmente amante segreto del motore di ricerca google non ho esitato un secondo: "The cover was drawn by underground cartoonist Robert Crumb".
Col passare degli anni ho scoperto personaggi quali Mr. Natural e Fritz il Gatto (Si... Crumb, non Bakshi. Anche se di quest'ultimo devo dire che il film animato "American Pop" è nella mia lista dei desideri da troppo tempo) e fatto delle grosse risate sulle parafilie da lui illustrate in maniera esplicita e ironicamente grottesca nel volume "Kafka, Dick e Bukowski visti da me".
D'altronde ho sempre amato scherzare sui tabù e sul sesso, complici vari sketch di Daniele Luttazzi, vari film di Woody Allen (Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere) per citarne solo uno...anche se Manhattan, Io e Annie o "Provaci ancora, Sam" hanno i loro perché senza nominarne altri). Parafrasando mia madre non riesco a stare chiuso in una scatola imposta dalla società dov'è vietato fare certi pensieri -in questo argomento inerenti al sesso o parafilie varie, come in altre situazioni-. Siamo tutti sudicioni e viziosi secondo me, ma molto spesso abbiamo paura del confronto e del giudizio altrui.

( ...a chi non piacerebbe? )
Un'altra casa editrice che ha decisamente attirato la mia attenzione, così parlo di tre volumi in uno, è la "SaldaPress". (Precisazione: Le mie descrizioni sono vage perché odio fare spoiler)
Il primo che ho comprato da loro è "Nailbiter Volume 1: Scorrerà il sangue". Un mistery molto intrigante ambientato in Oregon centrato tutto sulla domanda "Da dove vengono i Serial Killer?". Probabilmente è stato il primo volume post Rat-Man che ho comprato una volta finita la serie. Il che mi ha fatto molto piacere perché il mio lato "violento", centrato spesso a livello cinematografico sui film di Tarantino, finisce li e non va oltre. Dare a questo aspetto un lato fumettistico se vogliamo mi ha riaperto un mondo accantonato da tempo. Riaperto come una ferita, restando in tema sanguinolento. Una trama molto accattivante e coinvolgente, tant'è che sto risparmiando soldi per il secondo volume.


Stesso discorso vale per "Trees", di cui ho i due volumi attualmente in commercio. Amo la fantascienza, anzi sci-fi per essere precisi secondo il sito della casa editrice. Se ci sono in mezzo alieni a prescindere dalla loro forma o dimensione una parte di me è già li. Una trama logica e ben strutturata, divisa se non ricordo male in tre location. Caratteristica che adoro, soprattutto se le tre storie vengono comunque intrecciate e unite da un filo conduttore (Mi viene in mente la trilogia della morte del regista Inàrritu -parliamo di Amores Perros, 21 grammi e, ovviamente, Babel-).

 

Per finire l'ultimo acquisto: La serie "Great Pacific". Al momento ho solo il volume 1: "Rifiuti!" se vogliamo tema attuale visto anche il periodo associato all'attivista Greta Thunberg.
A mio dire l'ho trovata una storia molto avvincente se ci distacchiamo da tutto ciò che ci succede attorno a noi, immergendoci nel fumetto e non nella realtà quotidiana. L'idea di ribellarci a qualcosa che è stato creato e ripartire da zero, proprio dai rifiuti stessi è qualcosa di geniale. C'e anche un colpo di scena che mi ha spiazzato a livello emotivo tra le altre cose.






Prima di nominare Charles Burns e Daniel Clowes volevo rassicurare chi legge che ho anche momenti spensierati e non solo cupi o ricchi di fantascienza, violenza o satira.
Da poco e soldi permettendo ovviamente sto collezionando delle riedizioni recenti di Archie. (Per le nuove generazioni il fumetto diventato poi serie tv di Netflix "Riverdale", per i nostalgici come me ne avevano tratto il cartone animato "Zero in condotta"). Mi ha sempre incuriosito, al di la del ricordo associato al cartone animato o alla sigla, che riecheggerà nella mia mente per i prossimi giorni.

Nella cultura americana viene sempre menzionato, pure nei Simpson a dispetto di Homer "...e sta alla larga da Riverdale!!". A mio dire non c'è nulla di meglio che distrarsi con qualcosa di leggero, soprattutto se disegnato e curato da vari autori e i loro diversi stili.
*Come nella più classica delle didascalie, vedi il post precedente riguardante la musica.
Di Daniel Clowes ho solo "Patience". Un bel mix di paradossi (non solo) temporali, mistery e viaggi nel tempo.
Avevo letto la recensione di questo racconto su sport week, devo essere sincero, e la trama mi aveva letteralmente catturato. Il primo impatto per giunta frettoloso con il libro era nella libreria del Sherwood Festival a Padova, se non erro ero andato a vedere Fatboy Slim, come sempre in solitaria. I soldi erano contati al centesimo tra merchandise, autostrada, birre e un delizioso arancino al pistacchio. (Amo mangiare). Anche se la lettura veloce sfogliando qualche pagina mi aveva già conquistato.
Mi son "mangiato" le mani, ma l'essere parsimonioso m'insegna anche a gustare le cose al momento opportuno. Difatti grazie a IBS.it, dopo mesi d'attesa, avevo letteralmente divorato un racconto ricco d'emozione. Mi sentivo come Kirk Van Houten dei Simpson quando canta "Puoi prestarmi un emozione?", le avevo finite tutte.
Devo veramente dire perché mi piacciono così tanto i viaggi nel tempo? Mi sembra abbastanza scontato visto che sono nato nel 1984 e solo qualche anno dopo quando ero già in grado d'intendere e di volere ho scoperto una certa trilogia. Perché tutto nel 2019 dev'essere così "pesante"? (Non riferito ai chili messi su nelle festività pasquali, ma ai problemi relativi alla forza di gravità).




"Skin Deep" e "Big baby" sono al momento gli unici due volumi di Charles Burns. Horror a tratti grotteschi e soprannaturali.
Non sono un amante del genere devo essere sincero, ma Burns sa come coinvolgermi e allo stesso modo terrorizzarmi. Basta pensare ad un racconto tratto dal secondo volume nominato: mi ha riportato alla mente un ricordo della mia gioventù. Ovviamente non grottesco, ma si sa, la mente e l'associazione di idee creano sempre brutti giochi mentali, soprattutto se si prende il via ai "e se...?". Mentre osservavo la sequenza scenica, vignetta dopo vignetta, la mia mente si è resa partecipe di un flashback surreale e il mio viso era un mix di espressioni. Noncurante andavo avanti, come il protagonista del racconto, Tony Delmonto, che osserva gli horror spaventato da dietro il divano. O come molti di noi che si coprono gli occhi ma lasciano una fessurina aperta giusto per vedere un film dell'orrore.
N.B. Per dare via all'armistizio tra me e questo genere ci ha pensato Burns. I suoi primi lavori sono illustrazioni per la nota casa discografica Sub Pop. (Ricordate? Mirko...i Nirvana, il grunge etc...).



Devo dire che il bello dei fumetti in se a prescindere dalla posizione scomoda che possono prendere o dal genere riescono a trasmettermi emozioni con vignette e citazioni.
Frasi di uso comune che tutti cerchiamo e in qualche modo restiamo ipnotizzati dalla situazione. Che sia la scena di un film, narrata in un libro o come in questo caso disegnata su un volume. Frasi pari all'abbraccio tanto cercato o parole che aspettiamo da una vita di sentirci dire e puntualmente tardano ad arrivare, se non trovano il coraggio di essere dette.












Nessun commento:

Posta un commento