domenica 12 maggio 2019

Nostalgia di un'idea che neanche esiste.

Spesso è difficile concretizzare alcune idee per le persone creative o che si definiscono tali pur non avendo voce in capitolo (come me).

Nella mia mente (come nella moleskine), prendo sempre appunti e scrivo bozze a raffica di possibili post. Poi magari bocciati perché a mio dire non convincenti: Punti di vista su film appena visti al cinema, parlare un po' di me anche per chi legge e ancora non mi conosce (anche se, citando i Tre allegri ragazzi morti, sono "quasi adatto a raccontare agli altri i propri cazzi") o di un genere musicale che, a suo modo, mi ha influenzato in un periodo dove non aveva tutta questa visibilità come adesso.
Post che probabilmente resteranno fermi in cantiere in attesa di riprendere i lavori...il che mi fa ridere perché qualche sera fa Crozza aveva fatto la parodia di Toninelli e del suo entusiasmo ormai smarrito.
A differenza sua l'entusiasmo nella scrittura non l'ho mai perso .
C'e il lavoro a rallentare il tutto. Ultimamente pure un torcicollo che, per quanto tengo la testa inclinata, mi fa assomigliare ad un cane perplesso. Uno dei tanti di un noto film di Wes Anderson ambientato su un'isola.
Ma osservo, "studio" tutto ciò che mi circonda e mi lascio influenzare o a volte, farmi coraggio ed esternare a persone a me care alcune di queste idee e in base alla reazione giudico se sono valide oppure no.

Molti anni fa, proprio come George McFly, scrivevo brevi racconti per conto mio. Inventati a seconda del momento o di un qualcosa che mi ossessionava (tipo il mio interesse neanche tanto nascosto per tutto ciò che riguarda ufo e altre forme di vita. Si, non siamo soli nell'universo).
Leggendo tanti libri capita di fantasticare al solo pensiero di scriverne uno. Ecco. Più che uno sono tre idee, una diversa dall'altra e non per "spoilerare" ma lungi da me l'idea di trascriverle qua sul web gratuitamente a portata di mano da avvoltoi privi di idee e desiderosi di fare un "copia/incolla", per poi partire da una base già pronta. -Cari "avvoltoi", alle superiori mi facevo odiare perché non scrivevo temi ad altre persone, figuratevi se mi abbasso a tanto. Le idee sono intime e ognuno ha una posizione etica o morale diversa. Non c'e trippa per gatti.-
Di questi tre casi c'è solo uno che mi mette magone e nostalgia per la storia inventata che ho nella mia mente. Ha come protagonista un uomo, il suo cane e ovviamente la musica ed eventuali fatti quotidiani (no, non è "Torna a casa, Jimi!", che fortunatamente ho visto ieri sera al cinema e ve lo consiglio).
La colonna sonora che ho in mente per questo libro come pseudo sottofondo ci mette pure del suo. Quel tanto che basta da farmi prendere a male per dei buoni minuti nel suo contesto. Probabilmente per le associazioni d'idee sottopelle immagino quella persona e il suo amico a quattro zampe come il sottoscritto e uno dei miei due cani che mi hanno accompagnato nel corso della vita.
Un modo sentimentale per ammettere che il sottoscritto senza un cane è una persona smarrita. Spesso mi sento chiedere "Hai mai pensato a prenderne uno, dopo Bonnie?", ma bisogna fare i conti con un giardino anarchico dove regnano galli, galline e una colonia felina. Sembra di essere ad Hill Valley. Versione alternativa del 1985 però ("Dove Biff è corrotto...potente...e sposato con tua madre!").

Un'altra delle tante idee nel cassetto è dovuta alla musica.

Come per i cani, mi sento dire anche a lavoro "Ma non suoni più?". Lo so che ho già citato Ritorno al Futuro II, ma l'immagine di Marty che suona sulla poltrona in età adulta senza il tocco di una volta (e nel suo caso a influire il tutto soprattutto una decisione sbagliata)  rende l'idea. Anche quella di Denzel Washington in "Mo' better blues" dove si ritrova a rovinare i nastri registrati "ascoltandoli" passandoli tra le cuffie. Impazzito e depresso per la perdita del talento dovuta a una ferita sul labbro cicatrizzata male (in quanto trombettista) causata in un'aggressione che l'aveva portato in coma.
Non sono mai stato un bassista virtuoso, ma sono dell'idea che basta poco per invertire i propri limiti in virtù o pregi.
Vedo questo strumento non come l'estensione del mio ego, cosa che spesso accomuna alcuni chitarristi con cui spesso e purtroppo mi scontravo. Quanto tutte quelle caratteristiche che mi rappresentano: Il gregario che quando non c'e si sente la mancanza, così come l'impegno silenzioso alla "working class hero". Forse per questo mi ha sempre attratto, per la sua funzione da spina dorsale della base ritmica assieme alla batteria di una canzone e per le tante influenze musicali che ho avuto e che continuerò ad avere nel corso della mia vita.
Non ho mai messo paletti musicali tra generi considerati "rivali" negli anni '90 (parlo di rock e rap) e questo mi ha probabilmente donato quella lucidità per capire che bisogna dare una svolta, reinventarsi. Come Brook Lopez con i Bucks in questo campionato NBA per capirci e soprattutto per lasciare la propria impronta.

Tutto questo giro di parole per arrivare dove?

Ipotizzo di essere predisposto per un gruppo rap con un gruppo spalla ad accompagnare il cantato. Come gli ArtOfficial o i Beastie Boys di "Ill comunication" che tanto mi hanno influenzato nella scena musicale (brutta cosa la perdita di MCA, soprattutto se la sua scomparsa cade nel giorno del mio compleanno). Inutile dire che quando suono Gratitude mi ritrovo non in una stanza di casa mia, ma catapultato in altre dimensioni inesplorate.
Ovviamente questi sono solo due nomi dei tanti possibili esempi: Mi viene in mente anche Everlast (Ex House of Pain, noti ai molti per "Jump Around"), i Cypress Hill e via dicendo (Ascoltatevi i più recenti "Tank and the bangas" anche se hanno molte influenze funk e soul nel loro genere. Consiglio da amico).
Tutto si può fare con la musica... un basso e qualsiasi altro strumento fusi insieme. Anche una Drum Machine Roland Tr 808 da buon nostalgico quale sono.
E soprattutto il messaggio delle canzoni in se. Forse è questo il vero motivo per cui mi sento attratto a quest'idea: Fare anche solo da cornice, dare il tempo a delle parole che messe insieme lasciano un segno che va oltre al più classico stereotipo musicale e che riescono a scuotere e riflettere.
E' vero, come scritto in qualche post fa da adolecente sognatore ad occhi aperti qual'ero m'immaginavo componente di una band (e spesso erano gli Aerosmith a far da pardone), sono certo che a rendere questo mio binario musicale una strada concreta seppur immaginaria c'hanno pensato i Run DMC e la loro collaborazione con il gruppo di Steve Tyler.
E si...se ve lo chiedete mi ha influenzato pure l'impronta musicale che mi ha dato Rick Rubin. Produttore di molti canzoni e artisti noti e già citati come i Beastie, i Run DMC o altri (Credetemi, la lista è lunga. Vi consiglio la lettura di "Rick Rubin: In studio con il produttore più influente degli ultimi trent'anni" di Jake Brown edito da Tsunami edizioni. Non solo mi è piaciuto ma ha un'idea di musica che letteralmente adoro e in qualche modo sento "mia") .

Cosa mi blocca? Alla fine non siamo più negli anni '90 è vero. Forse sono le associazioni d'idee che limitano le persone con delle profonde radici musicali e di conseguenza sottovalutano la creatività dell'individuo. Citando Bassi Maestro "C'abbiamo messo trent'anni a cantare senza orchestra / E voi tornate a far le corna tipo "E' qui la festa" ". Associazione d'idee che spesso, soprattutto per una parte della mia generazione o quelle precedenti, purtroppo è ancora viva.
Ovviamente è tutto centrato sull'improvvisazione e sul freestyle. Ma la mia mente malata pensa che nel 2019 la gente è pronta ad ascoltare anche determinate cover dal vivo. Soprattutto le nuove generazioni. E come in tutte le cose è il primo passo per la classica gavetta e saper osare. Quando prendi ritmo e confidenza in ciò che fai puoi anche alzare il piede per affrontare il secondo scalino e scrivere pezzi propri. Nessuno nasce maestro e da qualche parte bisogna partire.
Sia chiaro, non prevedo il futuro. Sono solo fantasie "su uno spartito". Mi ritengo una persona che nel suo piccolo riesce ad oscillare nella musica come un metronomo. A tempo da un genere all'altro, con la consapevolezza di saper affrontare determinati argomenti e band. Magari mi capiterà l'occasione inaspettata di chi, senza impegno e grosse aspettative, vuole fare pezzi di una scena musicale anni '90 (Trovatemi qualcuno che nel repertorio propone qualcosa dei R.E.M. che non sia "Losing my religion", per esempio) così facendo, parafrasando Elio, "il mio basso smetterà di protestare, visto che ha bisogno di musica".


Tutte idee se vogliamo realizzabili, non lo metto in dubbio. A frenare le aspettative, come le nuove pastiglie dei freni della mia amata mountain bike, ci pensano tanti fattori: La realtà lavorativa e il suo valore. Spiegata, assieme al sacrificio, da mio nonno quando ero un bambinetto.
Riflettere e prendere decisioni: Anche questo spesso rallenta i miei piani. Sono famoso per valutare pro e contro per settimane o mesi prima di compiere un acquisto o affrontare scelte.
Oltre alla riservatezza che mi contraddistingue in un numeroso gruppo di persone.

Ma si sa, a volte basta poco per rendere concreto il tutto. Dal classico "Ho pensato...chi se ne frega!" di Doc Brown fino al più mansueto "Perché no?" detto da chi crede in te (e ti stimola a scrivere. O aprire un blog).







2 commenti:

  1. Fai bene a non regalare i tuoi scritti ai web-copioni.
    Sai, io scrivo racconti per la rivista Confidenze (e mi pagano, ovviamente).
    Magari potresti pensare a qualcosa del genere.

    Quanto ai post, invece, lascia giudicare a noi se sono validi oppure no. Non eliminarli. Pubblicali!!!! 😘

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  2. In tutta onestà sono sempre più tentato di farmi coraggio e scrivere il racconto associato alla musica, accennato qua in questo post.
    Non dico che sto aspettando il momento giusto o l'ispirazione. Nella mia mente è tutto quasi già pronto.
    Citando Morgan in una canzone dei Bluvertigo "La notte serve a scrivere i romanzi". In questo caso...questo caldo può essere un valido complice. ;-)

    Per i post ho avuto un meraviglioso consiglio da una cara amica di penna, che ha scritto un meraviglioso libro: "il cammello magico". Meraviglioso non perché è una mia amica, sia chiaro. Ma perché è introspettivo, è quella tipologia di libro che adoro e mai mi sarei aspettato di leggere (individuando pure una citazione musicale, tra l'altro!). Comunque, mi aveva detto "Quando scrivi, Mirko, non censurarti mai." Consiglio che da qualche mese a questa parte terrò sempre presente.

    Comunque non temere, in serata (o domattina) pubblicherò qualcosa: Ho cinque post in cantiere. Ma solo tre realizzabili perché due libri non li ho ancora letti ;-)

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