venerdì 22 novembre 2019

Quanto può durare un momento?




Questo post è un paradosso mentale, il mio paradosso mentale. 




Tutto è iniziato una mattina, quando come spesso accade vige il silenzio tra le mura di casa e siamo solo io, la mia solita tazzina di caffè della Slovenja regalata da una cara amica durante un viaggio e il mio giardino, osservato dal salotto.
A volte buio, a volte sereno ma con una presenza costante di cui non posso farne a meno: uno stormo di uccelli che spesso non arriva alla decina. A volte sono cinciallegre, altre cinciarelle oppure passeri comuni e pettirossi. Per esempio qualche anno fa vedendo tutti questi cambiamenti, mi son messo a fotografare il giardino per notare come qualcosa che è quotidianamente sotto i nostri occhi, cambia costantemente (QUI il video, l'idea ovviamente l'ho presa vedendo il film "Smoke" da cui ho preso spunto e il dialogo). 
Il silenzio e queste immagini mattutine spesso sono "momenti" fondamentali, nella mia vita. Mi fanno sentire l'unica persona al mondo, "The last man on earth", e questo vale come una carta bianca su cui dipingere o fare qualsiasi cosa, riguardo una giornata che ancora non è nata. 
Ma non sempre va come ci aspettiamo. Soprattutto per chi, come me, ha la sindrome del "Bianconiglio di Alice" ed è troppo tardi per fare qualsiasi cosa. E la colpa, come spesso accade, la diamo ad una frase: 

"Hai un momento?" 

E qua si arriva al paradosso mentale. 
Perché si, questo post è presente nella mia mente da circa un paio di giorni. Ma non avevo mai un "momento" di tempo per mettermi seduto e scrivere quelle tre/quattro ore buone che ci vogliono per realizzarlo. Eppure momenti, nella vita quotidiana sono sempre presenti, quindi perché non li ho sfruttati, se li avevo? Fa molto "Paradosso del barbiere", in qualche modo e presa molto alla larga: "In un villaggio vi è un solo barbiere, un uomo ben sbarbato, che rade tutti e solo gli uomini del villaggio che non si radono da soli. Chi rade il barbiere?".
Tutto questo perché siamo vittime di distrazioni, a mio dire. Quante volte a lavoro capita a tutti noi di concentrarci su una determinata azione e sentirsi rivolgere questa domanda, perdendo magari il ritmo di lavoro/produzione (per chi è fissato come me) oppure quei momenti dove, quando si è concentrati da un film uno parla sopra e ti obbliga a mettere pausa quella decina di volte che un film di Jim Jarmush si affloscia trasformandosi, complice la disattenzione continua, in qualcosa come "Alle dame del castello piace fare solo quello". Arrivando alla conclusione di borbottare, schiacciare il tasto stop e rimandare la visione a data da destinarsi.
Probabilmente in questi e molti casi la colpa è in entrambi i casi, di chi interrompe per abitudine e svogliatezza di fare determinate mansioni e di chi, sicuramente, è incredibilmente severo e avido con se stesso, prima che con gli altri. Una versione intima ed egoista dei "signori grigi" di Momo, romanzo di Miachael Ende dove, invece di rubare il tempo, avidamente lo tengono per se in quanto prezioso.


Ma non sempre i momenti sanno essere negativi, ovviamente a prescindere dai vari punti di vista. Per esempio grazie ad alcune riprese effettuate in slow motion in questi giorni (e che posterò a fine video), gli amati uccellini -in quest'occasione cinciallegre e un pettirosso vanitoso- mi hanno donato istanti di pace. Dei secondi eterni rigeneranti.
O quei momenti da "Forrest Gump" che spesso mi contraddistinguono: Momenti ricchi d'ingenuità e comprensione di un momento. Vedere le cose per come sono in quell'istante e molte volte pure distorte, solitamente diverse dalla massa. Come un cappello oppure un boa che digeriva un elefante. Facendo riferimento a un libro, "Il piccolo principe", che mi ha accompagnato durante la mia infanzia e gentilmente regalato durante il mio periodo delle elementari da mia madre. 



Momenti simpaticamente contagiosi, come quando dopo averla accompagnata alla stazione per il suo recente viaggio a Fuerteventura le ho detto "Viste le foto scattate a tradimento e presenti nei nostri computer...impara da Barney della serie tv "How i meet your mother", mettendoti sempre in posa". Notando, tra le nostre risate, un meraviglioso sorriso di una giovane pendolare che ci affiancava. Probabilmente amante della serie.
 Senza andare troppo lontano quei primi attimi neanche tanto d'innamoramento, quanto di sguardi ricchi di complicità anche tra due estranei. Quel mix di sguardi e sorrisi che tra due sconosciuti durano probabilmente tre secondi d'orologio, ma che riescono a fermare il tempo ad uno (o una) dei due, pensandoci pure su di notte con il classico dei "e se".
Come dico sempre "la lista è lunga", ma sono uno che spesso vive di queste cose. Entrando in stand-by, guardando il vuoto o ciò che ne circonda e assaporando i sapori e le emozioni di quell'istante. Come poco fa, quando la mia vicina di casa aspettava il ritorno del pulmino della scuola dopo il giro nelle altre frazioni, per salutare suo nipote con enfasi, come faceva mio nonno più o meno nei miei cinque anni delle elementari.
Attimi di follia, come quando penso alle battute da dire agli amici e ritrovarmi a ridere da solo (che non so se è divertente o se fa preoccupare). Come ieri, dove pensavo alla frase da dire ad un mio amico dopo la consegna del suo regalo di compleanno: "L'idea è nata da un brainstorming dall'una di notte fino alle due, ascoltando a ripetizione "Pazza idea" e "Cuore matto" ". E la sua reazione non tanto alla battuta, quanto allo spacchettamento. Uno che come me ama tra le tante cose sia i videogiochi quanto i film e si ritrova una t-shirt con Renton (Trainspotting) che esce...dal tubo di un livello di Super Mario Bros! Avrà riso per un minuto e mezzo d'orologio, faticando a dire due parole quali "Grazie, ragazzi!" che a dirle, come avrete letto, si sta effettivamente...poco!



(Ammettetelo: State pensando "Mirko, regalami una t-shirt con miei interessi amalgamati insieme, come i tuoi post!)
Oltretutto...l'avevo detto in questo POST che amo spremere internet come fosse l'arancia più succosa per la spremuta mattutina. Insomma, vi avevo già avvertito!
O...come questo istante. Dove riprendo una bozza di qualche giorno fa, sedando il "Bianconiglio" in me presente manco fosse il soggetto della canzone "I wanna be sedated" dei Ramones. Sfrutto il tempo morto prima d'iniziare un turno lavorativo e mi lascio trasportare dal ticchettio delle mie dita sui tasti della tastiera. Con una playlist adatta alla situazione che, per chi è al pc può trovare qua a lato oppure in alternativa cliccando "QUI".


In attesa dei vostri momenti indimenticabili positivi o negativi (e non parlo di cose prevedibili quali "matrimoni", "primi baci con compagni / compagne", la lettura veloce di un messaggio fraintendendo il significato e simili...per farvi un esempio e, anche se virgolettato è tutto vero:"la prima volta che ho assaggiato il mango in vita mia: Ricordo con esattezza la festa di sapori presente nella mia bocca in quell'istante e come dico sempre, l'invito l'ho ricevuto all'ultimo momento perché non ho facebook"), vi giro i due video citati nel post. Video in slow-motion. Dove sono riuscito a "rallentare" brevi momenti di due meravigliosi ospiti colorati e ammirare la loro bellezza, i loro colori e il loro sbattere d'ali.








Trasformando così un istante in un lungo "loop" che si ripete. 















3 commenti:

  1. I momenti che viviamo sono veramente tanti ed è sempre molto soggettiva l'importanza che diamo ad ognuno di essi.
    Anche io amo i momenti di interazione o scoperta della natura... ma anche semplicemente l'istante in cui uno dei miei gatti sale sulle mie gambe mentre sono seduta e compie quel delizioso girotondo per appallottolarsi su di me; sento le sue zampette volteggiare e poi il suo delicato e soffice calore. È un istante magico ogni volta che accade.

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    1. Buongiorno e grazie per il commento! Veramente magico, questo istante. 😽

      Per rispondere al tuo (visto che se li ho chiesti mi ero ripromesso di associare ai vostri momenti simili) 😊, mi ricordo quando, ai tempi della mia amata Bonnie, puntualmente alle 5.30 circa sentivo che apriva la porta di camera mia, mi annusava il nasino e poi prendeva lo slancio per salire sul letto e dormire quei 20 minuti da me. 😊

      In tema gatti, per par condicio (anche se oggi ne ho guardati male due che "puntavano" vari uccellini), oltre agli uccelli di prima mattina noto come molti si posano in maniera elegante su una panchina, posta sul tetto del garage del mio vicino. A prescindere dalla "location" perdo ore a guardare la loro eleganza e mi chiedo spesso "perché non ho un teleobbiettivo", per riprendere questa dote. Ma citando Sean Penn ne "i sogni segreti di Walter Mitty "ogni tanto non scatto". A volte che sia microcamera (nel caso degli uccellini) o fotocamera compatta (inseparabile)...è bello godersi questi momenti schiacciando il tasto off dei vari dispositivi 😊

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  2. Una buona sereta e una felice domenica per te.

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