mercoledì 6 novembre 2019

Siamo tutti Caino. ("Caino", di Josè Saramago)


Quando si dice "Il libro giusto al momento giusto. L'insieme di coincidenze e pensieri combacia tutto alla perfezione, forse anche troppo per realizzare un post che, nella mia mente, è già stato scritto creando così la difficoltà di mettere realmente per iscritto ciò che viene proiettato da quando ho finito l'opera del premio Nobel per la letteratura nel 1998. 

Piccola premessa: Ho sempre bistrattato la religione sul blog, anche perché io e lei siamo su due pianeti diversi ma non troppo distanti tra loro come a primo impatto sembra. Come tutti, sono stato battezzato e cresciuto secondo uno schema imposto dalla società e dalla cultura in cui siamo cresciuti. Il lato positivo, nonostante questa diffidenza, è che gli anni passati a catechismo o alle lezioni di religione alle elementari/medie, sono stati comunque utili per comprendere queste storie e conoscere i vari personaggi della Bibbia. Non bisogna mai dare niente per scontato. Oltretutto questo piccolo punto a mio favore mi permette, come spesso accade, di comprendere battute di satira religiosa (o farle "al vetriolo", stando attento a chi ho davanti) dette da vari comici, oppure film quali "Brian di Nazareth", "Il senso della vita", "La pazza storia del mondo Vol.1", "Il Pap'occhio " e molti altri. Stesso discorso anche per i libri da me in possesso o, come spesso accade, battute e riferimenti fatti cartoni animati o serie tv. Insomma: Se devo ridere per una battuta, devo giustamente capirla. Non come Homer Simpson che si limita al più classico dei "Deh-ih-oh...mulo", dimenticando il resto.
                                                     





La storia di Caino e Abele la conosciamo tutti, questa versione rivisitata merita, se non l'avete letta, attenzione e curiosità: Ricca di fraintendimenti, con un Caino riflessivo e un Dio capriccioso, malvagio. Che non sa cosa vuole e che non ama gli uomini, rifiutando per capriccio il sacrificio di Caino, causando così l'assassinio di Abele da parte del protagonista. Per punizione, invece di essere ucciso a sua volta, Caino si ritrova come viandante "avventuriero" viaggiando attraverso il tempo nei vari episodi dell'Antico Testamento. Un po' come spettatore, un po' da protagonista. 


E qui iniziano le "mie" coincidenze e riferimenti, perché si sa, la mia mente non sta ferma un momento.

In questo periodo viaggio sempre in macchina con l'album di Nitro "Danger", del 2013. Uno dei miei album preferiti soprattutto per i testi che, come spesso accade, li sento sottopelle per esperienze vissute nel quotidiano, come tutti.
L'album inizia con la traccia "0" e il dialogo tratto dal film Crank, del 2006. Brano che a mio dire ha un suo perché, se associato a questo libro:

"Sono come Terminator!"
"Forse lo eri una volta, ma ormai sei stato rimpiazzato."
"Senti, io non capisco: Perché non mi hai fatto a pezzi quando ne hai avuto la possibilità?"

L'essere rimpiazzato da qualcuno dello stesso sangue (nel caso del libro, ovviamente), sentirsi emarginato perché, come accade, il raccolto dell'orto di Caino ottenuto con fatica e sudore non soddisfa Dio per il poco fumo che produce, vuoi anche per una corrente d'aria tutta a favore di Abele.
Chi di noi non ha provato questa sensazione? A parte ovviamente l'atto violento fatto poi da Caino. Tutti ci siamo passati. Pure io, anche se sono figlio unico.
Uno dei tanti esempi che mi torna alla mente, ritornando a quel periodo orribile chiamato "scuola media", è dovuto ad un compito di geometria in stile "art attack" che avevo realizzato alla bene e meglio e soprattutto da solo. Guadagnandomi risate e un voto insignificante quanto il professore. Da "Caino" qual'ero mi son chiesto: il tre me lo merito, certo... ma quanti degli altri studenti hanno realmente fatto da soli il proprio lavoro e quanti magari erano sul divano a cazzeggiare mentre i genitori erano pronti a parare il culo ai figli, facendo i compiti al posto loro? Soprattutto, quanto è attuale questa cosa nel 2019, dove i genitori protestano per un brutto voto mettendo a rischio la credibilità e il lavoro degli insegnanti garantendo ai figli un futuro da "ameba a vita autonoma", dove a tenerli in vita è la luminosità dello smartphone?
Personalmente, detta senza censure, a me non è mai fregato un cazzo di essere il primo della classe o di avere i voti migliori. La mia attitudine, da sempre, è quella di rimboccarmi le maniche e fare di testa mia quello che so fare. Dimostrare il mio valore e "dare valore" a quelle tipologie d'insegnanti che sapevano come prendermi. Saldi nel loro ruolo e zero favoritismi.   Se non studiavo, arrivavo a casa e senza filtri dicevo "Mamma, ho preso due". Se andava bene faveco lo stesso: "Ho preso sette". (Se leggi, mamma, sai che le cose andavano esattamente così). Ricevere un voto regalato era come rubare. Magari faceva anche comodo a fine anno, ma se un 4 diventava 6 "per grazia ricevuta", io cos'avevo imparato realmente di quella lezione?
D'altronde parlano chiaro anche le prime strofe della canzone:

"Questa è la rabbia che il primo non conosce mai per davvero
E che raccoglie il secondo, che si sente il numero zero
Se sei bravo per davvero alla gente gli rode
Ma se sei pericoloso mettono i bastoni fra le ruote"

Ed è così che il libro, effettivamente procede. Forse le troppe perplessità e riflessioni di Caino, chiedendosi viaggio dopo viaggio "che Dio è quello che predica amore e poi uccide innocenti e bambini, da Sodoma e Gomorra al diluvio universale." e via dicendo. Un po' come Lennon che aveva detto  "i Beatles sono più popolari di Gesù" e successivamente, nell'album Imagine, canta nella canzone omonima "Imagine all the people living life in peace (Immagina tutte le persone vivere la vita in pace)" e successivamente, qualche canzone dopo in "How did you sleep?" augurare la morte a Paul McCartney : "Those freaks was right when they said you was dead (Quegli strambi aveano ragione quando avevano detto che eri morto)". Coerenza a mille... Ecco perché non mi è mai piaciuto. Sempre preferito George Harrison.
D'altronde, anche nei componenti di una band ci sono figli e figliastri. Chi ruba la scena e chi spesso fa il lavoro sporco ma, come spesso accade, non viene calcolato. E se non sono i membri, molte volte sono i gruppi stessi a fare distinzioni gli uni con gli altri (i "The monkeees", purtroppo, ne sanno qualcosa ).


Da un'altra prospettiva si può vedere la classica richiesta di risposte da parte del credente medio, se vogliamo: "come può Dio farmi questo o quello?". Quando a mio dire, siamo noi gli artefici della nostra vita con le nostre decisioni anche involontarie. Questa cosa mi ha sempre fatto ridere. Trovo comico chi cerca risposte in qualcosa di astratto, invece di usare la logica: Se tutto ti va storto, babbeo, è colpa tua. D'altronde è risaputo anche nelle lezioni di fisica: "Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria": Rivolgersi a questa entità "onnipresente" con i più classici "perché ho perso il lavoro/mi ha tradito/capitano tutte a me"... io ti direi, invece di pregare,  "perché sei un pirla: lavori male/non presti attenzione a chi hai vicino/alza la testa e spegni il cellulare". E' facile scaricare le colpe a chi non è presente (in tutti i sensi) solo per sentirsi più leggeri con se stessi. Ma riguardo questo argomento, lascio la parola a Natalino Balasso.





Alla fine chi fa una vita "da Caino" come nel libro di Saramago, a mio dire, ha una vita molto più ricca. Leggere capitolo dopo capitolo del protagonista che vive esperienze future, viaggiando nel tempo, è pari all'esperienza di noi lettori. Perché, citando Umberto Eco "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: La propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito...perché la lettura è un immortalità all'indietro".
Caino, in questo caso, c'era: Quando Abramo era pronto per sacrificare Isacco, quando ha visto tremila uomini morti solo perché Dio si era irritato per l'invenzione di un ipotetico rivale in figura di vitello, le mura di Gerico e di Giobbe, punito per una scommessa fatta con Satana.
Una vita più ricca perché nonostante tutti gli sbagli che commettiamo, impariamo (come insegna Rafiki a Simba nel link)  a correggerli o rifletterci su come sono andate le cose. Imparando a guardarci con gli occhi delle altre persone.
Durante i suoi viaggi, si presenta in vari nomi, prima di utilizzare la sua vera identità. Inutile dire che durante un dialogo letto, la mia mente ha proiettato questa scena tratta dal film "Dead man", di Jim Jarmusch.



Nessuno: "(...) vidi molte cose tristi, tornando alla terra della mia gente. Quando capirono chi ero, il racconto delle mie avventure li fece infuriare. Mi chiamarono Bugiardo, "Exaybachay"... colui che parla ad alta voce senza dire niente. Mi coprirono di ridicolo, la mia stessa gente. Mi costrinsero a vagare su questa terra da solo...io sono Nessuno." 
Caino in questo caso è "il re degli sconfitti, senza finire mai al tappeto". Il numero zero, nessuno. Parafrasando sempre la canzone di Nitro (e altri campionamenti presenti nella canzone).


Ma come canta Nitro (e chi la pensa come lui, tipo il sottoscritto e un noto giocatore di basket, Gilbert Arenas)  "...Ricorda che lo zero viene prima del numero uno".

2 commenti:

  1. Ho sentito parlare del libro di Saramago (io ho letto “Cecità” e ne sono rimasta folgorata), tuttavia ho un po’ il timore di scontrarmi con una visione che rasenta la blasfemia e non so se mi piacerebbe. Tutto il Dio del VT è un Dio sui generis, va interpretato alla luce di un sacco di simbologie, era un Dio che aveva reazioni umane (la vendetta, la prepotenza, la punizione) perché così era raccontato dagli uomini. La religione Cristiana non può prescindere dalla conoscenza del Vecchio Testamento, ma dovrebbe plasmarsi alla luce del Nuovo Testamento: la figura di Gesù Cristo è una delle più belle di tutta la storia e, purtroppo, oggi è la più ignorata e vilipesa. Scusa il siparietto da catechista, ma era una riflessione spontanea.
    Per il resto, mi è piaciuta la tua considerazione sul fatto che siamo noi gli artefici del nostro destino e che dobbiamo sempre rimboccarci le maniche per dimostrare ciò che siamo in grado di fare e di essere nella vita: i miracoli hanno altre corsie preferenziali, quelle in cui l’intervento divino è necessario e nulla dipende da noi.
    E poi Nitro è forte, lo ascolto insieme a Salmo. 😉

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  2. Gongolo per questo messaggio, ti avviso...anche perché adoro il confronto, soprattutto se due persone sanno di che cosa parlano :-)

    Non devi scusarti per il siparietto da catechista, anzi: Pensa che a casa mia li sento spesso da mio padre e anche se sembro disattento o menefreghista sono il classico mangianastri che schiaccia il tasto "REC".
    Ti dirò, come scritto nel post questo libro mi è piaciuto proprio per le basi ricevute da ragazzino che mi hanno aiutato a comprenderlo e vederlo sotto altri punti di vista :-)
    Non devi scusarti perché qua ognuno è libero di dire la sua senza censura ;-)

    Per quanto riguarda Nitro e Salmo...tanta roba, visti entrambi dal vivo molti anni fa :-D

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